Spezziamo, dunque, una lancia per i genitori di questi anni… Non è stato mai o facile esserlo, ma oggi è in atto un cambiamento epocale.

È complicato per un papà o una mamma, nati negli anni Sessanta, educati, come si è già detto, da genitori portatori di grandi convinzioni e utopie, avere tra le mani giovani donne e uomini (tali oggi i ragazzi sembrano) affetti da una forma di adolescenza prolungata. E se, per un confronto, si inizia con «Io però…» si possono solo tirare fuori dal cilindro gli anni Ottanta. Quelli della cosiddetta cultura dell’apparire, quando la vita era come coppa inebriante a cui attingere.

Oggi? Eccoli i figli con le mani e gli occhi sullo smartphone, le orecchie occupate da mini auricolari, chiusi nella solitudine della loro stanza o degli iPhone. Ballano, ridono, scrivono senza relazionarsi con nessuno… Fragili, bisognosi di sostegno affettivo ed economico.

Cari figli dei figli dei fiori tocca a voi: non permettete che i ragazzi impigriscano davanti a un pc. Facciano sport, per imparare insieme a voi il sapore della sconfitta e il prezzo della vittoria, oppure gite culturalmente interessanti. Coinvolgeteli in progetti solidali e generosi, abbracciateli, ascoltate i loro silenzi, annusateli quando tornano a casa. Recalcitreranno, ma saranno alla fine più felici.

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