Molto apprezzato e arricchito da un nutrito dibattito l’intervento del professor Leonardo Becchetti, Ordinario di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata, editorialista di «Avvenire», a un incontro pubblico organizzato dall’associazione Agorà di Macerata, nell’ambito delle iniziative della Scuola di partecipazione all’impegno socio-politico.

L’illustre economista ha approfondito il tema: «Wikeconomia, Manifesto della Economia civile. Consumo critico e “voto con il portafoglio” per un’economia al servizio del bene comune». Becchetti – che, insieme a Stefano Zamagni e Luigino Bruni, è tra i coordinatori di un movimento di democrazia economica in Italia nella rete Slot Mob e Bank Mob e nel movimento Economia e felicità – ha spiegato che la crisi dell’Eurozona e in particolare la crisi di speranza degli italiani, che si sentono schiavi di un ingranaggio di cause ed effetti apparentemente immodificabile, sembrano impedirci di guardare oltre l’emergenza del presente. Bisogna, quindi, reagire senza soccombere.

E visto che i fatti ci dicono che il denaro non fa la felicità, l’intento è quello di sostenere un’economia della responsabilità sociale lanciando una Wikieconomia, che potrebbe essere la grande opera del futuro (come Wikipedia è per la conoscenza nella rete). Viene così proposto un manifesto dell’economia civile, offrendo una prospettiva di lungo periodo, coerente con la ricerca di soluzioni immediate.

Ciò, per evitare che la globalizzazione produca solo un divario micidiale tra chi ha e chi non ha, attraverso una corsa verso salari ridotti e verso paradisi fiscali che rendono concreto il rischio di una «ricchezza senza nazioni e cittadini e nazioni senza ricchezza».

In questa situazione di emergenza – ha detto Becchetti – la risposta non può essere affidata solo alle istituzioni. Ai tempi della rete il protagonismo di tutti può essere decisivo. I giacimenti di energie, volontà e virtù civiche dei cittadini possono essere attivati mediante l’azione in rete, così le scelte di consumo e risparmio socialmente e ambientalmente responsabili possono diventare il motore del cambiamento che vogliamo.

Un manifesto utopico? No. Perché Wikieconomia, come testimonia Wikipedia, approfondisce direzioni e iniziative concrete, mediante le quali questa progressiva liberazione diventa possibile. Votando col portafoglio e col mouse, i consumatori possono spostare quote di mercato a favore di imprese più responsabili. Effettivamente i consumatori critici hanno un potere enorme attraverso il “voto con il portafoglio”. Un voto che vale molto di più del voto politico e che si esercita premiando nei consumi quelle aziende all’avanguardia nella creazione di valore economico socialmente e ambientalmente utile.

Possiamo alimentare un nuovo modello di sviluppo – ha ben spiegato l’economista – scegliendo prodotti e servizi in funzione del superamento dell’attuale sistema economico del tutto fallimentare, che presenta un modello a due mani: homo oeconomicus – «sciocco razionale», come lo definisce Amartya Sen – e imprese che puntano soltanto alla massimizzazione dei profitti, senza considerare la dignità del lavoro, la salvaguardia dell’ambiente, la coesione sociale e la legalità. Il nuovo modello di sviluppo, invece, deve avere quattro mani: consumatori critici che votano anche pagando qualcosa in più; imprese socialmente responsabili; comunità locali coese; istituzioni politiche che premiano o puniscono con maggiorazioni o diminuzioni di tasse, ecc.

Il nuovo modello di sviluppo deve avere quattro mani: consumatori critici, imprese socialmente responsabili, comunità locali coese, istituzioni politiche che premiano o puniscono

Per “votare col portafoglio” basta avere un po’ di sano autointeresse lungimirante. Occorre convincersi che premiare con le proprie scelte anche aziende e banche all’avanguardia, nella capacità di conciliare creazione di valore economico, sostenibilità sociale ed ambientale, fa bene innanzitutto a noi se vogliamo evitare catastrofi ambientali, sociali ed economiche, che ormai coinvolgono anche i nostri territori. Con il “voto col portafoglio” – ha aggiunto con forza Becchetti – mettiamo in moto un movimento dal basso che costringe anche le grandi banche a cambiare rotta. Questa azione è inoltre unita a quella “politica” per la riforma del sistema finanziario, in una direzione che scoraggi la speculazione e favorisca l’attività tradizionale di finanziamento a cittadini e imprese.

La campagna 005 – di cui è portavoce lo stesso Becchetti – si propone proprio questo, con la separazione tra banca commerciale e banca d’affari (approvata nei giorni scorsi negli USA), con la tassazione dellle transazioni finanziarie, unitamente a una regolamentazione molto più severa dei derivati e alla lotta ai paradisi fiscali. Sembrano obiettivi difficili, ma la rete aiuta sempre di più le maggioranze silenziose a contrastare gli interessi concentrati delle minoranze lobbistiche. Anche a questo è ispirata l’ampia campagna – a livello nazionale come pure a Macerata e provincia – promossa da Next: nuova economia per tutti, contro la dipendenza dal gioco d’azzardo, conosciuta come slotmob, intesa a premiare come consumatori i bar che hanno scelto di rinunciare alle Slot machines.

Perciò, bisogna abitare i social networks e costruire “Wikieconomia” dal basso. «Noi abbiamo cominciato a farlo – ha concluso l’economista Leonardo Becchetti – attraverso una serie di siti chiave Next, Economia Felicità, Oxfam Italia. Il progresso dell’umanità prossimo venturo passa di qui».

Tale impegno, caratterizzato da numerose iniziative, ha visto e sta avendo la fattiva partecipazione di una nutrita rete di associazioni come Banca Etica, Commercio equo e solidale, Caritas, Slot Mob, Slow Food, Centro servizi volontariato, sindacalisti CISL, Forum del Terzo Settore, Università marchigiane, Ufficio per i problemi sociali e il lavoro della Diocesi di Macerata, alcuni comuni tra cui Macerata, cittadini attivi e consumatori critici, giovani della scuola di partecipazione Agorà… Una rete che si sta allargando, configurando un vero presidio di democrazia partecipativa e deliberativa.

 

 

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