Giornata così così cielo azzurro, ma si prevede maltempo, carnevale impazza, ma giungono notizie oscure… poi si incontra una donna, non giovane, un po’ sovrappeso. Occhi verdi, grandi, trasparenti… non la conosci ma si parla. E scopri una vita donata a una creatura down, sua luce sua tenerezza.

Un amore nutrito di piccole cose: la ricerca di un mangiadischi anni ’70 per far girare i 45 giri… (chi li ricorda???) di autori italiani da cantare insieme, la partita a carte dopo cena  condita di risate, il piacere di un vassoio di sfrappe rubate alla cucina, mangiate calde e fragranti… E la dieta vada per una volta all’aria…

E fai la scoperta di una condivisione sublime del tempo e dello spazio, nell’attenzione e nella premura assidua senza soluzione e senza speranza, di un eroismo quotidiano.

Poi una nuvola annebbia la luce di quegli occhi verdi «quando noi non ci saremo più chi penserà alla nostra creatura? E con lo stesso amore?»

Allora dal profondo di una memoria distratta ti senti di dire: «ma non è di questi giorni la presentazione, poco pubblicizzata, di una legge intitolata Dopo di noi?»

La risposta è incerta «Si, qualcosa è… speriamo però di vivere noi ancora qualche anno…»

Quale stato siamo, di quale civiltà parliamo se non sappiamo dare una certezza a quegli occhi luminosi che brillano d’amore disperato??? Non voglio darmi una risposta…

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