È stato il giorno del silenzio per Recanati, dopo il “rumore”, riecheggiato abbondantemente attraverso i media, che ha travolto l’intera città sconvolta per una tragedia che ha gettato tutti in un attonito sgomento. Nel Duomo, gremito come non mai, eppure raccolto in una preghiera sincera e decorosa, le due bare: una vicina all’altra, come lo erano in vita le due anime di cui, nel pomeriggio, si sono svolte le esequie. Di fronte, due padri, uniti dal medesimo, incancellabile dolore che solo un genitore prova perdendo un figlio. In mezzo, un segno di pace scandito da una commozione, infinita e condivisa.

«Vorrei ringraziare tutti voi presenti – ha detto monsignor Pietro Spernanzoni, vicario generale della Diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, che ha presieduto il rito funebre -, le famiglie, gli amici, i conoscenti, per questo generoso atto di compostezza: è stato esaudito il desiderio di fare un doveroso silenzio, perchè oggi abbiamo davvero bisogno di pace e di grazia».

Laura Paoletti
Laura Paoletti lavorava come commerciale alla Cartotecnica Idealbox

Molto è stato scritto del dramma della 32enne recanatese Laura Paoletti che, sabato 13 febbraio, approfittando di un momento in cui era sola nell’abitazione in cui viveva temporaneamente nella zona industriale di Sambucheto, ha impugnato il fucile da caccia di suo padre e ha sparato due colpi in testa al suo bambino, Giosuè Lucaroni, di 6 anni, per poi riservare a sè l’ultimo proiettile e togliersi la vita. Un omicidio-suicidio che si inserisce in un triste quadro dovuto al turbolento rapporto, legato principalmente all’affido del figlio, che la donna aveva con l’ex convivente e padre del bambino, Lorenzo Lucaroni, geometra, anche lui di Recanati, e alle tensioni emerse tra le due famiglie – entrambe molto conosciute in paese – subito dopo il terribile fatto. Tensioni che sono immediatamente rimbalzate nelle pagine di cronaca, acuendo ancor di più il profondo cordoglio che le due morti premature ha generato.

Alle loro esequie erano presenti anche don Quinto Farabollini, della parrocchia Santa Teresa Del Bambin Gesù di Sambucheto, don Alejandro Gonzalez Parrilla, della parrocchia recanatese di San Domenico, e i Padri Passionisti della parrocchia di origine di Laura, Santa Maria della Pietà: l’attuale parroco padre Bruno De Luca, padre Claudio Verducci e l’ex parroco padre Raffaele De Fulvio, che conosceva molto bene Laura, aveva celebrato il battesimo del piccolo ed è giunto appositamente da Bari dove ora presta servizio.

Il piccolo Giosuè: avrebbe compiuto 7 anni a marzo
Il piccolo Giosuè: avrebbe compiuto 7 anni a marzo

Nella concattedrale di San Flaviano imponenti le misure di sicurezza per il timore che, anche durante i funerali, i contrasti potessero affiorare anche nell’estremo saluto a Laura e al suo piccolo, che avrebbe compiuto gli anni il prossimo marzo: alla stampa, per opportune ragioni, i familiari delle due vittime tramite i rispettivi legali – costantemente presenti, fin da subito, nel gestire la vicenda data l’oggettiva gravità della situazione – hanno espressamente chiesto che in chiesa non fossero ammessi nè telecamere, nè flash. E, per un attimo, si sono “spenti” anche gli eccessivi clamori con cui si è strumentalizzata la vicenda che ha visto, purtroppo, protagonista un bambino dal sorriso irresistibile e dall’intelligenza vivace.

Un invito al rispetto pienamente accolto, e che ha consentito lo svolgimento dei funerali nel modo più sobrio possibile, nonostante le lacrime rigassero il viso di tanti (tra cui moltissime mamme), nonostante le parole spese ovunque per commentare questa inconcepibile disgrazia.

«In momenti come questi, l’unica Parola che merita di essere ascoltata è quella del Signore – ha sottolineato il vicario leggendo il testo scritto dal vescovo diocesano monsignor Nazzareno Marconi e le nostre parole umane possono giustamente esprimere solo la vicinanza a chi soffre e la preghiera per chi ci ha lasciato così tragicamente». Quindi, da parte del Pastore della Chiesa di Macerata, il messaggio che è il cuore della nostra fede: «Solo Dio conosce quel mistero che è l’animo dell’uomo, da cui scaturiscono le azioni, per cui solo Lui può giudicare e lo fa sempre con misericordia». Frasi ascoltate in cattedrale con un’attenzione inverosimile, in questo Anno Santo che ci chiama a riscoprire e a convertire il nostro essere cristiani, invocando su queste morti «il rispetto del silenzio, riflettendo su noi stessi e sulle nostre azioni, perchè per ognuno c’è sempre un passo in più da fare verso il bene».

E forse quel passo in questo pomeriggio si è già concretizzato nel gesto del padre del piccolo Giosuè, il 36enne Lorenzo, che, dopo le indiscrezioni e le polemiche emerse in questi giorni, ha voluto una cerimonia unica per entrambi e che in chiesa sedeva nello stesso banco accanto al fratello di Laura, Nicola, e al padre Giuseppe (la mamma della giovane è venuta a mancare qualche anno fa, ndr): un viso distrutto dal pianto, eppure deciso a placare i rancori e, soprattutto, a non uccidere i ricordi degli anni trascorsi con la sua ex compagna e suo figlio.

«Riflettiamo su noi stessi e sulle nostre azioni, perchè per ognuno c’è sempre un passo in più da fare verso il bene»

«In questa storia, come in ogni storia di dolore, siamo tutti un po’ sconfitti, ma questa tristezza non deve mai diventare rabbia: altrimenti, gli innocenti, e gli innocenti ci sono sempre anche se non sappiamo quanti sono, hanno sofferto invano», ha ribadito inoltre Marconi, che, facendo riferimento al Vangelo letto durante la celebrazione, ha aggiunto: «Il più grande segno di speranza che Dio dà al mondo, quello che Gesù chiama il segno di Giona, è il segno di una città peccatrice come Ninive, che si converte e chiede perdono. Seguiamo questo consiglio, e cerchiamo di dare al mondo odierno un segno di speranza, continuando ad essere una città che crede nella misericordia».

Il Duomo di Recanati: per espressa volontà delle famiglie, in rispetto del dolore che li ha coinvolti, alle esequie non sono state ammesse telecamere e macchine fotografiche
Il Duomo di Recanati: per espressa volontà delle famiglie, in rispetto del dolore che li ha coinvolti, alle esequie non sono state ammesse telecamere e macchine fotografiche

Recanati non è abituata a notizie così efferate, però in questa giornata di dolore ha saputo stringersi in un abbraccio sincero, rivolto ai congiunti di una mamma dallo sguardo dolcissimo e i lunghi capelli, che amava disperatamente quel bambino oggi salutato, nella bara bianca, dai compagni di classe, la prima A, della scuola Primaria «Beniamino Gigli» che, assieme alle insegnanti e ai genitori, non sono voluti mancare nonostante l’immane emozione: allo stesso Istituto comprensivo di Recanati andranno le offerte raccolte durante la Messa. Agli alunni, così piccoli al cospetto di una verità così grande, monsignor Spernanzoni, visibilmente commosso, ha rivolto infine un affettuoso pensiero: «Siete stati bravissimi e molto educati. Non abbiate paura, perchè da oggi, in Cielo, avrete un angelo in più: che il vostro piccolo amico possa esservi sempre compagno nella vita».

Poi, il mesto corteo ha accompagnato i feretri al civico cimitero, nella zona vecchia, dove Laura e Giosuè – anche questo per volontà di papà Lorenzo – riposeranno insieme nella stessa piccola cappellina, nel viaggio più lungo verso la pace vera.

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