giovanni borroniGiovanni Borroni *

Il dibattito sulle unioni civili è stato largamente strumentalizzato ed eluso da parte di tutte quelle istituzioni già ampiamente schierate da tempo con quello che viene definito “il pensiero unico”. Basta osservare le istrioniche esibizioni intraviste durante il Festival di San Remo, che di musicale ormai non ha ben poco, per rendersi conto a quale tipo di condizionamenti mentali siamo soggetti.

Siamo in presenza di un dibattito largamente strumentalizzato

Viene spesso rimproverato al nostro Paese di essere il fanalino di coda nell’approvazione di norme che sono state già rese stabili in altri paesi dell’Europa. Il nostro Paese è sempre stato un faro di civiltà per tutto il mondo e non sarebbe motivo sufficiente per introdurre la pena di morte da noi il fatto che è legge in altri stati. Se qualcuno prova a dichiarare un’opinione diversa dal “pensiero unico” viene subito tacciato di fondamentalismo e di omofobia. Perfino l’esortazione pastorale del presidente della Cei, cardinal Angelo Bagnasco, sull’opportunità di poter usare la libertà di coscienza in corso delle votazioni parlamentari, su un sostanziale fondamento della società civile come il matrimonio, è stato coperto di critiche.

Il nostro Paese è un faro di civiltà per tutto il mondo

Tuttavia l’insegnamento della Chiesa, a riguardo, non è mai cambiato. Ricordo le parole di papa Francesco del 22 Gennaio: «Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione». O le recenti parole della dichiarazione congiunta con il patriarca Kirill di Mosca: «La famiglia si fonda sul matrimonio, atto libero e fedele di amore di un uomo e di una donna». O ancore le simili parole durante il suo viaggio in Messico. Papa Francesco lo va dicendo in tutto il mondo. Il ddl Cirinnà è palesemente anticostituzionale, ma questo particolare non è sufficiente a ferire le sensibilità di coloro che fino ad ora si sono appellati alla Costituzione Italiana.

Ricorda il Papa: «Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e le altre unioni»

Non è una legge avvertita come indispensabile dalla maggioranza del Paese, come emerge da recenti sondaggi d’opinione e come ha evidenziato la grandiosa manifestazione del Circo Massimo del 30 Gennaio. Soprattutto è impopolare la parte della legge incollata ad arte alle unioni civili che riguarda l’adozione del figlio del partner convivente. Già oggi l’ordinamento giuridico prevede che il minore che resta senza genitori può essere adottato, secondo il criterio del suo superiore interesse, in deroga alle disposizioni generali e quindi da parte di persona che dimostri di aver stabilmente convissuto col padre o con la madre venuti meno e in tal modo ha stabilito una relazione la cui prosecuzione giova al minore.

Il ddl Cirinnà è palesemente anticostituzionale

Le norme del ddl Cirinnà fanno diventare regola la presenza di due genitori dello stesso sesso: ha un altro obiettivo e cioè di equiparare a tutti gli effetti le unioni civili al matrimonio. Inoltre l’approvazione del ddl legittimerebbe la pratica dell’utero in affitto o come, con termine meno duro, si definisce la maternità surrogata, là dove i conviventi siano di sesso maschile riconoscendo come prioritari i desideri dei ricchi rispetto al diritto di ogni bambino ad avere un papà ed una mamma.

Secondo il ministro Lorenzini ogni «maternità surrogata è ultraprostituzione»

Il ministro della salute Beatrice Lorenzin si è così espressa in proposito: «La maternità surrogata è ultraprostituzione». Recentemente, anche la Società italiana di pediatria ha lanciato l’allarme di valutare le scelte sull’interesse del minore e ha auspicato che il dibattito «non sia politico ed ideologico ma si apra ai profili clinici e psicologici» perché «senza papà e mamma sono possibili danni ai bambini».

* Presidente Scienza & Vita Macerata

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