In vista del Congresso regionale, in programma per il 10 aprile a Loreto, proponiamo di seguito un contributo dedicato ad un tema in discussione all’interno di Acli Marche, a firma di Marco Moroni, docente presso l’Università Politecnica delle Marche.

Il professor Marco Moroni

L’ultimo Rapporto sulla popolazione italiana nel 2015, diffuso recentemente dall’Istat, ha fornito dati che parlano in modo chiarissimo. Nel 2015 ci sono state 488mila nascite, mentre i morti sono stati 653mila. Quindi, la popolazione italiana ha avuto un andamento nettamente negativo: i morti hanno superato i nati di 165mila unità (nel 2010 le nascite erano a meno 25mila, nel 2014 a meno 96mila). Se non riusciamo a cambiare questo andamento, la popolazione italiana è destinata a diventare sempre più vecchia. Ci saranno sempre meno giovani che dovranno mantenere un numero sempre più alto di vecchi. Col tempo, non basteranno i loro contributi a pagare la pensione a tutti i pensionati. Per un Paese con questi numeri non c’è futuro.

«Nel 2015 ci sono state 488mila nascite, mentre i morti sono stati 653mila. Quindi, la popolazione italiana ha avuto un andamento nettamente negativo: per un Paese con questi numeri non c’è futuro», afferma Moroni

La situazione può cambiare soltanto se ci si muove in due direzioni: da una parte, si permette l’arrivo di un numero adeguato di immigrati (che sono più giovani e fanno più figli); dall’altra, si prendono misure a favore delle famiglie. Come in altri Paesi europei (l’esempio migliore è la Francia), si possono approvare leggi a sostegno delle famiglie. Servono provvedimenti a favore dei bambini e nuovi nati, ma servono anche sgravi e aiuti alle famiglie che hanno più figli e altri provvedimenti come quelli da tempo chiesti da molte associazioni familiari e dalle Acli. Insomma, serve una politica che sostenga la famiglia nelle sue diverse fasi.

Secondo le Acli, «serve una politica che sostenga la famiglia nelle sue diverse fasi»

Queste, dunque, le proposte da parte delle Acli, che chiedono politiche familiari finalizzate ai seguenti obiettivi: contrastare la povertà delle famiglie, in particolar modo di quelle più esposte al rischio di povertà ed esclusione sociale (famiglie di pensionati e famiglie giovani, quelle numerose e quelle monoparentali); sostenere il formarsi di nuove famiglie, promuovendo politiche abitative e lavorative che accompagnino i giovani nel loro progetto familiare; rendere conciliabili le esigenze di lavoro con quelle connesse alle responsabilità genitoriali, promuovendo le pari opportunità tra uomini e donne nel mondo del lavoro e all’interno delle mura domestiche; sostenere le famiglie con persone non autosufficienti, garantendo a queste la possibilità di permanenza a casa; sostenere le famiglie con persone disabili, mediante provvedimenti che consentano ad esse di vivere con serenità il loro ruolo educativo e di cura; sostenere il processo di integrazione e di inclusione sociale delle famiglie immigrate; introdurre misure fiscali di chiaro a sostegno delle famiglie più numerose.
Soltanto andando in questa direzione, lavorando cioè per concretizzare questi obiettivi, si potrà far crescere nuovamente il numero delle nascite e valorizzare davvero la famiglia, come risorsa educativa, ma anche come grande risorsa sociale.

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