Nei giorni scorsi Serrapetrona ha intitolato due vie nel parco vicino la Fonte delle Conce sono ora ben visibili due targhe che ricordano Eraclio Fiorani e Maria Antonietta Bartolozzi, con una sintetica descrizione. Eraclio Fiorani, nativo di Serrapetrona (1925-1998): “Premiato atleta, Agronomo ed Erborista e Pioniere dell’Agricoltura Biologica in Italia”. Maria Antonietta Bartolozzi, originaria di Tolentino (1925-1994): “Donna dai grandi ideali cristiani, missionaria di carità. Umile, forte, coraggiosa e instancabile benefattrice dei più bisognosi di ogni età, condizione e nazionalità”.

Nel corso della cerimonia il sindaco Silvia Pinzi ha motivato le ragione dell’intitolazione: «Il ricordo di tutte quelle persone che, sia che sono nate a Serrapetrona, come Eraclio Fiorani, o che a Serrapetrona ci sono solo venute, come Maria Antonietta Bartolozzi, hanno contribuito a fare del bene all’umanità e a far conoscere Serrapetrona in tutto il mondo con la loro forza di volontà ed intelligenza a riprova che, anche se si nasce in un piccolo paesino, è possibile dare il proprio contributo a livello planetario. Per questo – ha aggiunto – la scelta di dedicare un nuovo viale e un nuovo parco alla memoria di questi due personaggi. Questo rappresenta l’inizio di un percorso che l’Amministrazione si è prefissata di portare avanti anche con altre iniziative inerenti concittadini che hanno contribuito a dare lustro al paese e al territorio».
L’intitolazione alla missionaria tolentinate Maria Antonietta Bartolozzi, morta nel 1994 a 69 anni in seguito ad un malore dopo la messa allo stadio di Macerata mentre partiva il pellegrinaggio per Loreto, è stata fortemente voluta dal fratello novantenne Siro. Bartolozzi era molto conosciuta a Serrapetrona dove seguì, avviata in una casa della zia, la scuola materna gestita dalle suore della congregazione di San Giuseppe di Torino con sede a Macerata.
Un Istituto poi chiuso qualche decennio dopo, come ha sottolineato la giornalista Carla Passacantando: «Maria Antonietta Bartolozzi aiutava i piccoli, i bisognosi donando medicinali, vestiario ed altro. Sono state fatte diverse pubblicazioni e iniziative con testimonianze sulla sua vita e delle sue opere. L’idea è nata dal desiderio di mantenere viva la sua immagine attraverso le voci delle tante persone che l’hanno conosciuta ed apprezzata. La conobbi nel 1993 e ne rimasi molto colpita – ha ammesso -, in casa sua trovai di tutto, dai cibi per i bambini ai medicinali per gli anziani da inviare in diversi Paesi più poveri».
Anche il tolentinate Mario Cottone ha raccontato come la missionaria lo avesse generosamente aiutato a poter entrare in seminario, raccogliendo elemosine tra le famiglie ricche di Tolentino, per diventare anche lui un missionario: «Non proseguii quella strada ma, oggi insegno italiano ai seminaristi stranieri che vengono a Macerata. L’incontro con Maria Antonietta Bartolozzi mi ha cambiato la vita. Vita che è segnata da certi incontri e dagli intenti comuni. Io non sono andato in missione ma da anni sono i missionari che vengono da me».