Gialla, accogliente e rasserenante. Si tratta della casa in via Esino, ad Ancona, creata per ospitare gratuitamente le famiglie dei bambini ricoverati nel reparto di Oncoematologia dell’Ospedale Salesi. Il suo nome è “Casa di Raffaello”, come il nome del figlio della presidente dell’associazione, Nazzarena Barboni, che ha realizzato il progetto con il contributo di volontari e donazioni. Dal dolore di una madre un aiuto concreto alle famiglie che affrontano il dramma della sofferenza aggravato dalle difficoltà di trovarsi lontano da casa e dalle abitudini quotidiane cancellate dalla malattia.

«Il dolore trasformato in speranza e disponibilità verso gli altri – ha detto il presidente Luca Ceriscioli, presente all’inaugurazione di questa mattina insieme al cardinale, Edoardo Menichelli, ai rettori Flavio Corradini dell’Università di Camerino e Sauro Longhi dell’Università Politecnica delle Marche, al direttore generale dell’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona, Michele Caporossi –, oltre alle cure mediche è necessaria l’attenzione alla persona, al bisogno di calore e di accoglienza. Questo nido per famiglie è un bell’esempio di come anche le Istituzioni e le autorità, insieme, oggi – ha aggiunto, possano dare risposte e fare tanto per le esigenze della comunità. Da qui uno stimolo, una spinta ad andare avanti negli impegni assunti per la sanità regionale e per il Salesi, struttura che è stata e resta punto di riferimento per l’alta specializzazione della cura del bambino».

La realizzazione di un sogno originato da un incubo, per la presidente dell’associazione Raffaello: «Dalla perdita, dallo strazio di quella che sembra una sconfitta irreparabile – ha detto Nazzarena Barboni – è nata la voglia di usare la mia energia per i bambini ricoverati in quel reparto, per dar loro la possibilità di sorridere, anche tra quelle mura strette: è nata così l’associazione Raffaello che, dal 2007, con impegno e fatica lavora per animare le lunghissime giornate vissute in ospedale, con musicoterapia, animazione, giochi, regali e coccole che, tra le altre attività, non mancano mai. Con Casa Raffaello, acquistata grazie alla generosità di quanti hanno voluto donare un contributo, abbiamo fatto un ulteriore passo avanti».

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