Venticinque vescovi, tra cui due cardinali, e oltre duecento sacerdoti. Numeri da un’Ordinazione episcopale. Come quella avvenuta sabato 28 maggio, nella stupenda basilica intitolata Santa Madre di Dio, dove la Chiesa di Ascoli Piceno ha “donato” un suo parroco  consacrandolo a vescovo e nuovo Pastore della diocesi di Fabriano-Matelica.

È stata un’intensa giornata di festa per monsignor Stefano Russo, nominato da papa Francesco lo scorso 18 marzo (leggi Qui), che inizierà ufficialmente il suo ministero il prossimo sabato 18 giugno.

(foto Cico)
(foto Cico)

Gremita l’antica cattedrale ed altrettanto stracolmo il cinema nel cuore della città picena, in cui i familiari, i fedeli, il numeroso clero, religiosi e religiosi e tantissimi conoscenti hanno voluto festeggiare il neo Vescovo, che nonostante l’emozione non ha mancato di salutare la sua gente con una battuta, nel suo primo saluto da presule: «Credo che questa sia una celebrazione da “Guinness dei primati”, dal momento che non è mai capitato che quattro vescovi ascolani concelebrassero insieme l’Eucaristia e questo è avvenuto grazie a Francesco Marinelli (vescovo emerito di Urbino, ndr), Piero Coccia (arcivescovo di Pesaro, ndr) e Giuseppe Petrocchi (arcivescovo de L’Aquila, ndr), oltre al sottoscritto».

Arrivato da Roma anche un nutrito entourage della Conferenza episcopale italiana – presente, tra gli altri incaricati, anche don Ivan Maffeis, direttore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali – dove don Russo ha prestato servizio per dieci anni come Direttore dell’Ufficio per i Beni culturali: «Anni particolarmente decisivi – ha affermato -, arricchiti dalla possibilità di un confronto continuo e di una comunione spirituale con numerosi sacerdoti».

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Passaggio di “consegne” tra monsignor Stefano Russo, nuovo vescovo di Fabriano-Matelica, e monsignor Giancarlo Vecerrica, dal 2003 alla guida della Diocesi

Presenti quasi tutti i Vescovi marchigiani, tra cui, ovviamente, il dimissionario di Fabriano-Matelica, monsignor Giancarlo Vecerrica, che rimarrà ad abitare nella Chiesa che ha servito per oltre tredici anni – per la diocesi di Macerata c’erano monsignor Nazzareno Marconi e l’emerito monsignor Claudio Giuliodori – alla Messa che è stata presieduta dal cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo e presidente della Cem, assieme al segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, al vescovo di Ascoli Piceno, monsignor Giovanni D’Ercole, e al cardinale Giuseppe Betori.

A portare il saluto che ha aperto la cerimonia è stato monsignor D’Ercole, il quale ha ricordato che il nuovo Pastore dovrà essere «sentinella che veglia e che sveglia: veglia attendendo Gesù, sveglia specialmente dall’appiattimento spirituale che attanaglia la nostra società». «Siamo qui ora partecipi e ministri di un’azione di Dio: egli effonde, riversa il suo Spirito e così consacra e dispensa, riunendo tutti in una comunione di grazia. Il Vescovo, inoltre, è posto sotto la Parola viva di Cristo: è l’unico modo per capire e vivere il servizio di Chiesa», ha quindi sottolineato Menichelli nell’omelia che ha preceduto il rito dell’ordinazione episcopale.

(foto Cico)
Monsignor Nazzareno Marconi, come prevede il rito dell’ordinazione, impone le mani sul nuovo vescovo di Fabriano-Matelica (foto Cico)

La liturgia, prima del banchetto – offerto privatamente nei giardini antistanti alla Curia e per tutti gli altri convenuti nei gazebo allestiti in piazza Arringo – si è conclusa con la prima benedizione al suo popolo e il messaggio conclusivo da parte di monsignor Russo, che ha voluto ringraziare quanti hanno collaborato alla preparazione di questo giorno, testimoniando la propria vicinanza e l’affetto alla comunità ascolana e a quella fabrianese: tra l’altro, nello stesso stemma scelto per il motto episcopale, «Secundum verbum tuum», è evidente il chiaro riferimento alle due terre.

Il Vescovo, nato il 26 agosto 1961, ha poi ripercorso le tappe della propria vocazione vita, sbocciata da adolescente, che l’ha condotto ad un progressivo cammino nella Chiesa madre, con il ventennale impegno presso la parrocchia di S. Giacomo della Marca e l’ultimo servizio alla guida della comunità Ss. Pietro e Paolo, fino alla chiamata più importante, abbracciata con piena umiltà ed entusiasmo.  «In questi anni – ha affermato Russo – una delle cose che mi sembra di aver capito è che non è tanto importante quello che facciamo e dove siamo. Se ci fidiamo di Dio sappiamo che non c’è cosa migliore che possa capitarci che fare la sua volontà».

L'abbraccio con monsignor Claudio Giuliodori: i due Vescovi si conoscono dai tempi del servizio comune in Cei (foto Cico)
L’abbraccio con monsignor Claudio Giuliodori: i due Vescovi si conoscono dai tempi del servizio comune in Cei
(foto Cico)

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