«Anche noi preti, come tutti del resto, non amiamo il pensiero di dover lasciare questa “valle di lacrime” ove, in fin dei conti, si piange felici». Don Guido Bibini, tornato alla casa del Padre nella mattinata del 19 giugno (leggi qui l’articolo), ha voluto fare un ultimo regalo alla comunità di Chiesanuova di Treia e a quanti hanno potuto di conoscere e apprezzare la sua missione pastorale. Con queste parole, infatti, ha inizio il testamento morale che il sacerdote, 38 anni passati nella frazione treiese, ha voluto realizzare alcune settimane prima della sua dipartita, conscio del viaggio verso Cielo che avrebbe, da lì a poco, dovuto affrontare.

don guido 01«Anche l’apostolo Paolo desiderava andare con Cristo ma, se poteva essere ancora utile per la comunità cristiana, non disdegnava una vita lunga». Un messaggio che dimostra ancora l’attaccamento di don Guido alla “sua” gente, quella conosciuta a Tolentino, lui proveniente da Macerata, e poi proprio a Treia, sempre presente tra giovani e adulti. Non è stato un caso, dunque, vedere la chiesa di San Vito e Patrizio gremita nonostante l’incessante pioggia.

Una chiesa gremita ha dato l’ultimo saluto al sacerdote che ha accompagnato la comunità di Chiesanuova per 38 anni

La funzione, presieduta dal vicario don Pietro Spernanzoni, con oltre trenta sacerdoti concelebranti, ha visto anche la presenza delle autorità cittadine, del sindaco Franco Capponi e alcuni esponenti della Giunta e del Consiglio comunale, oltre a rappresentati della Polizia municipale e della Protezione civile. A questi si sono aggiunti la gente comune e le Associazioni del territorio, così come i gruppi della Confraternita, dei catechisti, del coro, dei giovani, dell’oratorio, delle società sportive (Fc Chiesanuova Calcio e Libertas) e culturali (Movimento per Chiesanuova).

Un estremo saluto, quello di don Bibini, espresso anche in forma poetica, ambito in cui, per sua stessa ammissione, ha avuto il piacere di dilettarsi: «A tutti voglio dire: “Apprezzate, stimate il vostro prete; se l’amate, pur difettoso, l’aiuterete con opere concrete. Non conta che sia don Antonio, don Euro o don Guido. Sacerdote sempre egli è, per cui si dica: a lui mi affido”». Il pensiero del sacerdote è andato poi ad alcune persone care: «A Mario e Gina, che han dedicato la loro vita alla Chiesa, lodevoli volontari per Cristo, senz’avanzare alcuna pretesa, dopo quello di Dio, vada il mio squisito ringraziamento, come da parte della comunità il mio più sincero riconoscimento».

All’uscita della chiesa è stato consegnato ai presenti un volume-testamento scritto da don Guido

L’ultima parte del testamento prosegue con la richiesta di “pochissimi fiori, niente corone, né ghirlande o piagnistei” fino ai ringraziamenti finali ai catechisti, responsabili, seppur per il Vescovo, del battesimo e della vita cristiana, ai quali offre i “doni intellettuali, morali, a tempo disponibili misti”, ai membri del Consiglio pastorale, “laici impegnati che aiutano il parroco a svolgere la sua mansione morale e spirituale”; al gruppo liturgico e ai cantori, “dei sacri riti zelanti promotori”; e, non ultimi, a tutti i parrocchiani: «Una fervida preghiera oggi spero si elevi dal vostro cuore pio. Senz’altro tutto meglio avrei potuto fare e forse anche di più confido, perciò, nella misericordia vostra e dell’amabile Gesù».

All’interno del testo le ultime volontà morali e spirituali di don Guido e i suoi ringraziamenti

“È morto un prete”, scrive ancora don Guido e “non v’è amore più grande che dare la propria vita per le pecorelle”.

La salma di don Bibini riposa presso il Cimitero di Treia, luogo in cui “sulla nuda terra” campeggia anche l’epitaffio scritto dallo stesso sacerdote:

«È qui a disfarsi, privo della sua parte migliore, fino al segnato dì, il vaso di creta dell’interiore. Questo corpo, già separato dall’anima spirituale, si ricongiungerà ad essa nel beato regno astrale.

Qui giace il corpo e l’immortale è volato altrove. Da come ognuno è vissuto, sa intuire pure dove. In Cristo, morto e risorto, è la vera nostra fede. Triste saranno vita e sorte per chi non ci crede.

Morire giovane o adulto, la giustizia non è lesa. D’Adamo siam figli; la materia alla terra è resa. Sol spiace a vita ormai d’esperienza più copiosa, poi dissi: l’anima, su nel ciel, sarà più doviziosa.

Se leggi questo epitaffio, sosta solo per un poco. La vita è ognor bella, da non prender per gioco. Dà a Dio il meglio e del peccato chiedi perdono. Dì un “eterno riposo”, un “luceat ei”, gran dono!».

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