«Un piacere essere qui a Recanati e un brivido mi è corso sul Colle dell’Infinito a pensare che gli occhi si posavano sullo stesso paesaggio che guardava Leopardi. Mi sono impegnato a sensibilizzare il ministro Galletti per gli interventi di consolidamento che occorrono sul Colle, un altro patrimonio da tutelare e valorizzare. In questo territorio stanno insieme molte cose su cui stiamo lavorando a livello governativo e con modalità con cui dovrebbe lavorare tutto il Paese».

DSCN3438Non resiste alla piacevole tentazione di scattare un selfie là, dove il poeta Giacomo scrisse i suoi versi più illustri, l’onorevole Dario Franceschini, ministro dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo, in visita ieri, 21 giugno, nella città leopardiana in occasione della riapertura al pubblico della Torre del Borgo, restaurata attraverso i fondi dell’Art Bonus. Rimane ammaliato e loda la terra recanatese, a partire dall’angolo di paese reso immortale dall’Infinito, Franceschini, in arrivo da Pesaro e diretto poi ad Osimo, con una tabella di marcia dai tempi strettissimi, facendosi ben perdonare il ritardo con cui la nutrita platea lo attendeva in Aula Magna nel pomeriggio per il suo intervento prima dell’inaugurazione.

Ad accompagnarlo verso il Palazzo municipale, il prefetto Roberta Preziotti, e i due giovani Sindaci: un Francesco Fiordomo, Primo cittadino di Recanati, comprensibilmente soddisfatto, e quello di Pesaro, Matteo Ricci. Con loro anche l’industriale Adolfo Guzzini.

(foto Simone Regini)
Al Colle dell’Infinito la prima tappa della visita recanatese del ministro Dario Franceschini, accompagnato dal sindaco Francesco Fiordomo (foto Simone Regini)

Ai piedi della torre, intanto, gli ultimissimi ritocchi prima del taglio del nastro e già la fila dei primi visitatori desiderosi di ammirare la vista mozzafiato che si scorge dalle guglie ghibelline.

L'arrivo del Ministro in Comune, accompagnato dal sindaco Fiordomo e dal prefetto di Macerata, Roberta Preziotti
L’arrivo del Ministro in Comune, accompagnato dal sindaco Fiordomo e dal prefetto di Macerata, Roberta Preziotti

Quindi, l’incontro nella prestigiosa sala del Comune, dove sono convenuti davvero in tanti ad applaudire questo momento atteso e significativo per la città che, nella “sua” torre conserva un tratto di storia essenziale che affonda le origini nella seconda metà del XII secolo. In prima fila, oltre ai cittadini e assieme alle massime cariche militari locali – oltre all’Arma dei Carabinieri, con il comandante provinciale colonnello Stefano Di Iulio, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza – anche le principali istituzioni del Maceratese. Presente il parterre politico, con l’onorevole Irene Manzi, deputato del PD, il sindaco, Romano Carancini, e il vice sindaco di Macerata, Stefania Monteverde, il mondo accademico, con il prorettore dell’Università di Macerata, Marisa Borraccini, e il rettore dell’Ateneo di Camerino, Fabio Corradini.

Non è voluto mancare il vescovo diocesano monsignor Nazzareno Marconi, accompagnato dall’avvocato Simone Longhi, direttore del Distretto Culturale Evoluto «Cammini Lauretani» (da parte del Mibact è emersa, nelle scorse settimane, l’attenzione rivolta alla valorizzazione dell’antica Via Lauretana, ndr), così come, convalescente ma in ottima forma, era presente anche il presidente della Provincia di Macerata, Antonio Pettinari. In prima fila, oltre al questore di Macerata, Giancarlo Pallini, anche il conte Vanni e la contessa Olimpia Leopardi, assieme ad altri esponenti di spicco del contesto culturale marchigiano (in sala, tra gli altri, Paola Taddei, direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Macerata, e Gabriele Barucca, della Soprintendenza alle Belle Arti e al Paesaggio delle Marche).

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In prima fila, da sinistra, il vescovo Marconi, il presidente Pettinari e l’assessore Pieroni
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Assieme al rettore dell’Unicam, Corradini, primo da sinistra, i conti Olimpia e Vanni Leopardi, accanto all’onorevole Irene Manzi

Poi, ovviamente, loro, i mecenati, ossia gli imprenditori e i titolari delle aziende locali a cui è stato rivolto il più importante degli applausi per aver permesso questa festa di autentica condivisione, capace di unire più intenti con una comune mèta: a far da capofila, il Rotary Club Recanati «G. Leopardi», con il presidente Claudio Regini e altri membri del service, che ha spiegato alla platea (leggi Qui il servizio di approfondimento) da dove è nata la lodevole iniziativa, partita nell’ottobre scorso e ultimata a tempo di record.

DSCN3520A Recanati, con gli interventi dell’Art Bonus, misura che permette ai privati e alle aziende di fare erogazioni liberali a sostegno della cultura e beneficiare di un credito di imposta pari al 65% dell’importo devoluto, ben 21, infatti, sono stati coloro che hanno versato complessivamente circa 90 mila euro per il rifacimento e l’allestimento di un Museo multimediale che ripercorre le tappe più salienti della storia recanatese distribuite su 36 metri d’altezza.

All’ingresso, nelle targhe commemorative accanto alla caratteristica pergamena, realizzata da Enrico Ragni, in arte Mallèus, campeggiano quindi i nomi di: Fbt Elettronica, Pepa Trasporti, Finlabo SIM, Cartotecnica Idealbox, Effetto Luce, Tastitalia, Marco Guzzini, Tecnostampa, Eko Music Group, Green Line, Sabry Maglieria, 2P di Paoloni Enrico & c., Clementoni, Del Vicario Engineering, Fatar, CS Plastic Molding, iGuzzini Illuminazione, Eban, D’Andrea Giovanni e Franco Frapiccini.

Foto di rito per i mecenati
Foto di rito per i mecenati

Il sindaco Fiordomo, preceduto dai saluti introduttivi di Manzi, Regini e di Rita Soccio, assessore alle Culture del Comune di Recanati, nel suo intervento, citando lo strepitoso successo del film Il Giovane favoloso, che ha portato la cittadina e il nome di Giacomo Leopardi più che mai alla ribalta, e ricordando le tante personalità illustri da Beniamino Gigli a padre Matteo Ricci, che hanno reso fiera questo fazzoletto di terra, ha sottolineato come «a Recanati si stia lavorando per costruire un sistema virtuoso tra “culture”, quella classicamente intesa della valorizzazione del patrimonio storico e quella imprenditoriale con il patrimonio di aziende che sono diventate famose nel mondo per il legame indissolubile che hanno saputo mantenere col territorio, identificandolo».

A Recanati, ha sottolineato infatti il Primo cittadino, alla presenza di don Lamberto Pigini, «sono stati inventati i testi di preziosa divulgazione educativa della Eli, qui sono state confezionate le memorabili chitarre targate Eko suonate dai Beatles, dal nostro territorio partono i giocattoli Clementoni che fanno divertire i bimbi di tutto il mondo e “volano” le Winx ideate da Iginio Straffi nella Rainbow: siamo portatori di eccellenze, e dobbiamo necessariamente promuovere l’intraprendenza e l’originalità che ci caratterizzano». Con un “grazie” del tutto speciale allo staff e a quanti hanno collaborato, con impegno, energia e passione, a ritmi serrati, per la piena riuscita della giornata.

Doveroso, poi, il riferimento da parte di Francesco Fiordomo allo slancio con cui l’Amministrazione comunale sta affrontando la candidatura a Capitale italiana della Cultura 2018.

Un entusiasmo pienamente accolto dal capo di dicastero. «Un’intera regione che appoggia la candidatura di Recanati, che è già capitale del mondo, a Capitale italiana della Cultura 2018 – ha affermato infatti Franceschini nel suo discorso – è un bell’esempio di come si dovrebbe lavorare per tutelare e valorizzare la bellezza che le generazioni passate ci hanno consegnato, non solo come dovere costituzionale, ma soprattutto come opportunità di crescita per un’economia sostenibile e che punta alla qualità». Dunque, il ringraziamento ai mecenati di oggi che hanno riconsegnato alla Città della Poesia un segno concreto di storia custode di memoria e tradizione: «Aver legato il proprio nome ad un intervento per far rivivere un pezzo della propria storia è come una medaglia d’onore da appendere al petto».

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L’intervento di Franceschini in Aula Magna

Il vertice del Mibact ha inoltre ricordato il suo forte legame con le Marche , «terra di bellissimi ricordi delle vacanze d’infanzia», rimarcando come si possa coniugare, proprio nella nostra regione «fortissima nel turismo balneare», il turismo alla cultura. «Proprio di fronte alla concorrenza di altri mercati nel turismo balneare – ha proseguito – dobbiamo saper valorizzare quello che c’è dietro le spiagge, un valore aggiunto che altri Paesi non possiedono. Al binomio turismo-cultura, che addirittura non potessero stare nello stesso Ministero, non si è creduto per anni ma finalmente si è invertita una mentalità, sta prendendo concretezza anche la valorizzazione della creatività e dei talenti italiani e, anzi, questo binomio è diventato priorità di governo. Così, per la prima volta da molto tempo, la quota di Bilancio per la Cultura è potuta crescere del 37%».

«Aver legato il proprio nome ad un intervento per far rivivere un pezzo della propria storia è come una medaglia d’onore da appendere al petto», ha detto il ministro Franceschini ai mecenati che hanno permesso il restauro della Torre del Borgo

Un plauso anche da parte dell’assessore al Turismo e alla Cultura della Regione Marche, Moreno Pieroni, che ha voluto ringraziare Franceschini non solo per la sua presenza nelle Marche ma anche per la «felicissima intuizione dell’Art Bonus, che consente una reale collaborazione tra pubblico e privato, e che, nelle Marche, ha già visto ben 70 interventi portati a termine grazie a questo ingegnoso strumento». Nell’intervento dell’Assessore, anche un passaggio «alla celerità con cui è stata approvata dal Ministero l’assegnazione della Via Lauretana all’interno del progetto globale dei Cammini francescani: un esempio di semplificazione burocratica e di risposta puntuale agli enti in un’ottica di proficua collaborazione istituzionale». Per la candidatura di Recanati a Capitale italiana della Cultura 2018 – ha dichiarato infine Pieroni – la Regione stanzierà come sostegno 300mila euro.

Dario Franceschini tra, a sinistra, Moreno Pieroni e, a destra, Matteo Ricci
Dario Franceschini tra, a sinistra, Moreno Pieroni e, a destra, Matteo Ricci

«Se il Ministro giustamente non può tifare per la candidatura di Recanati a capitale italiana della Cultura 2018 – ha detto poi il sindaco di Pesaro – io tiferò per questa candidatura e dovrebbero farlo con me tutti i Comuni delle Marche, smettendo le guerre di campanile e cambiando passo e mentalità». Del resto, ha aggiunto Ricci, «il protocollo rientra nella strategia di questa Regione di puntare sulla Cultura per ristrutturare l’economia, un accordo che vedrà la valorizzazione di due testimonial, due figure di profilo eccelso che ci invidiano nel mondo: Giacomo Leopardi e Gioacchino Rossini. Due personalità che hanno rappresentato il vertice del sapere nel loro campo ma che io definisco “pop”, estremamente popolari perché tutti abbiamo studiato le poesie di Leopardi e ne serbiamo caro il ricordo e tutti abbiamo intonato, fin da piccoli le arie rossiniane o le ritroviamo oggi nei film o nelle pubblicità. Dunque, Recanati capitale della Cultura e Pesaro Città della Musica, riconoscimento a cui puntiamo e che possa presto assegnare l’Unesco».

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L’esempio di questa collaborazione tra Enti sempre più fattiva è stato definito proprio in giornata dal Ministro che ha presenziato alla firma del protocollo d’intesa, siglato per l’occasione, tra il Comune di Recanati, il Comune di Pesaro e la Regione Marche per la sperimentazione di un progetto di valorizzazione integrata della cultura e del turismo tra le due città.

Dopo l’ufficializzazione dell’accordo, tutti in piazza Leopardi per la cerimonia d’inaugurazione, “illuminata” dal sole provvidenzialmente spuntato proprio nel giorno in cui cade il Solstizio di un’estate che si fa decisamente desiderare: quindi, la visita (e i complimenti) del Ministro e delle autorità alle rinnovate ma sempre suggestive stanze della struttura.

(foto Simone Regini)
(foto Simone Regini)

Coronata da merlatura ghibellina (l’attuale architettura, su beccatelli a sporgere, appartiene ad un posteriore rifacimento), la torre fu costruita, lo ricordiamo, come segno della fusione in un unico Comune degli antichi castelli. Rimase isolata dopo la demolizione del quattrocentesco Palazzo comunale nel 1872. Sulla facciata sono tuttora visibili: la targa dei caduti di Guido Cirilli (1923); il bassorilievo bronzeo rappresentante la Traslazione della S. Casa di Loreto di Pier Paolo Jacometti (1634); l’orologio il cui quadrante risale al 1562; il leone rampante raffigurato nello stemma cittadino, scultura del Sansovino.

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(foto Simone Regini)

A realizzare il Museo custodito all’interno della struttura e fortemente voluto dall’Amministrazione comunale – come guide preparate, i ragazzi impegnati nei Musei civici cittadini, sotto il coordinamento di Antonio Perticarini, direttore del Museo di Villa Colloredo Mels – è stata ETT, azienda digitale genovese che si occupa di innovazione tecnologica e culturale.

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Al primo livello (vedi nella Fotogallery qui di seguito) un monitor trasmette in tempo reale riprese del panorama, mozzafiato, dall’alto, mentre altri due video narrano la memoria storica della città. Quindi, altri due monitor di fronte al ballatoio interno del terzo piano proiettano invece quattro video, in cui sono presentati i percorsi peculiari locali: le mura di fortificazione, i tre castelli originari, il centro cittadino e il Colle dell’Infinito.

(foto Simone Regini)
(foto Simone Regini)

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Le riprese aeree dei luoghi sono state realizzate tramite l’ausilio dei droni e all’interno della torre (che sarà comunque soggetta ad ulteriori lavori di completamento del restauro) permangono delle telecamere di video sorveglianza per monitorare il flusso dei visitatori. Tra le curiosità riscontrate durante la fase di studio e di messa in opera del restauro, la presenza di fuliggine all’interno del piano in cui, come riportano le cronache, viveva il campanaro addetto alla tutela della civica torre oggi ri-donata al suo pubblico.

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Un pubblico accorso già numeroso subito dopo la riapertura della torre e che, fino a tarda serata, è voluto salire fino all’ultimo gradino per scorgere la più bella delle vedute e riscoprire il sapore lontano ma mai perduto di un’identità e di un’appartenenza. Piccoli, grandi, giovani e anziani, gente facoltosa e semplici cittadini.

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I recanatesi ieri hanno realmente sorriso al ritrovato rintocco dell’inconfondibile “campano'”, perchè, nonostante lo scorrere degli anni e l’avvento della modernità, l’oblìo non ha certo scalfito Le Ricordanze del poeta e le sue rime: «Viene il vento recando il suon dell’ora Dalla torre del borgo. Era conforto questo suon…».

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