Le passioni civili e morali di Leonardo Sciascia, giornalista e scrittore, tra le figure più influenti della letteratura italiana, morto nel 1989, saranno al centro della presentazione del libro “Fine del Carabiniere a cavallo” (Adelphi), curato dal critico Paolo Squillacioti, in programma domani, giovedì 6 ottobre, alle ore 17, presso la Sala conferenze della Biblioteca statale di Macerata (leggi qui l’articolo). L’iniziativa è promossa dall’Associazione Amici di Leonardo Sciascia, presieduta da più di un anno dal maceratese Luigi Carassai, in collaborazione con il Comune di Macerata, l’Accademia dei Catenati, la Biblioteca statale e Adelphi. Al presidente Carassai abbiamo chiesto di illustrare le tematiche principali di questo importante appuntamento culturale.

daf2bbcc481f0cf083f5d1524716cf65_xlPresidente Carassai, nell’ampia produzione di Sciascia, perché per questo incontro la scelta dell’Associazione è caduta proprio su questo volume?
Nell’ambito delle riedizioni delle opere dell’autore siciliano, Adelphi ha affidato a Paolo Squillacioti la revisione dei testi. In quest’ambito, dopo aver pubblicato già due volumi, “Fine del Carabiniere a cavallo” raccoglie dei saggi, altrimenti di difficile reperibilità, che risalgono a un periodo compreso tra il 1955 e il 1989, dispersi tra tantissimi giornali e periodici. La lettura che ne consegue rappresenta una storia culturale dell’Italia, del suo costume e della sua evoluzione. Squillacioti è riuscito a offrire, infatti, in modo efficace, la vastità e la grande capacità di lettura di Sciascia. Ha accettato il nostro invito a Macerata e ora è anche divenuto un nostro socio. La sua pubblicazione rappresenta qualcosa di innovativo nel panorama culturale italiano, il tutto corroborato da un apparato di note che potrebbero benissimo essere parte di una pubblicazione a se stante.

Squillacioti è riuscito a offrire la vastità e la grande capacità di lettura di Sciascia

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Leonardo Sciascia (Foto Sir)

Data la rilevanza dell’evento e la partecipazione di importanti Istituzioni maceratesi, oltre al Comune, quale collegamento si potrebbe tracciare tra la città e Leonardo Sciascia?
Si tratta di un legame che va al di là di ogni singola finalità degli stessi promotori culturali, ovvero la volontà di partire dalla figura dell’uomo, Leonardo Sciascia, per coglierne l’aspetto sociale, da “pedagogo dell’educazione civica”, creando delle manifestazioni che a loro volta creino sensibilità, primo passo verso la cultura. Si vuole considerare la sua produzione come un’astronave da cui partono molteplici moduli (gli argomenti), come, ad esempio, il confronto dialettico, il contraddire e il contraddirsi, la cultura, la letteratura, il rapporto tra etica e scienza. Il carattere comune delle Istituzioni che favoriranno l’incontro del 6 ottobre è, dunque, squisitamente di livello etico e civile.

Leonardo Sciascia è stato un vero e proprio “pedagogo dell’educazione civica”

Rispetto al volume, si parla della fine di un’epoca, con le sue malinconie e nostalgie: è davvero così?
Può essere un punto di partenza: finiva una produzione culturale allineata all’ordine costituito e si sentiva il bisogno di intellettuali che ponessero sempre il dubbio e lo coltivassero. La necessità impellente era quella di manifestare un modo diverso di essere cittadini, qualcosa che mancava all’Italia di allora e, purtroppo, sembra mancare anche oggi. Anzi, forse la situazione è addirittura peggiorata.

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