Dalle scosse di terremoto del mese di ottobre è emerso un quadro allarmante anche per la città di Tolentino. I primi segnali si erano già avuti in precedenza, dopo il sisma del 24 agosto, attraverso i report dei luoghi di culto, con danni evidenti e l’emanazione di ordinanze di inagibilità. La situazione non può dirsi oggi migliore ma i primi segnali di reazione stanno restituendo una prospettiva di normalità.

0003Tra le chiese più colpite in Diocesi c’è senza dubbio la Concattedrale di San Catervo, di nuovo inagibile a pochi anni dalla ristrutturazione che si era resa necessaria a seguito di un altro tremendo sisma, quello del 1997. Talune porzioni delle navate sono crollate e il lucernario ha subito alcuni danni. Anche esternamente il timpano e l’abside hanno subito danni. Molte le difficoltà vissute dalla Basilica di San Nicola (leggi qui l’articolo) e dalle chiese di Madonna della Tempesta (leggi qui l’articolo) e dello Spirito Santo (leggi qui l’articolo).

0001Elevata al rango di basilica minore da papa Giovanni XXIII nel 1961, la chiesa è dedicata al martire san Catervo, il prefetto romano che portò il cristianesimo nel territorio circostante, e, al suo interno, è conservato il sarcofago dello stesso Santo. Nella Concattedrale è posta anche la tomba del venerabile Luigi Rocchi, morto nel 1979 a causa dal morbo di Duchenne, che lo ha costretto a vivere a letto per oltre 30 anni. Anche Rocchi, in una delle sue oltre 1.700 lettere, ha raccontato l’esperienza del terremoto, impossibilitato a fuggire eppure fiducioso dell’aiuto del Signore: «Dio non mi abbandona mai – si legge -, è quel volto che mi sorride con amore e sa darmi fiducia e coraggio».

img-20161116-wa0006img-20161116-wa0002Nella giornata odierna, mercoledì 16 novembre, sono iniziati i lavori di messa in sicurezza della cappella e dell’abside della Concattedrale. Presente anche il parroco, don Gianni Carraro, il quale ha deciso di rimanere in città e di restare accanto alla popolazione: «La scelta di noi sacerdoti è stata quella di rimanere in città e di portare un aiuto spirituale a chi chiede aiuto – ha affermato -, così da mantenere viva la speranza di chi ha perso la propria casa».

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  1. Pingback:Meglio un marchigiano fuori dalla porta … che un morto in casa! – ing. Lorenzo Boccanera

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