di Mario Montecchiari

Ci sonvergini03o fatti, avvenimenti, storie che spesso non vengono raccontate perché non hanno apparentemente nulla di straordinario. Questa è una e ha come protagonista una Comunità parrocchiale di Macerata.

Come sicuramente saprete, la scossa di terremoto del 24 agosto ha reso inagibile il Santuario Santa Maria delle Vergini a causa delle lesioni visibili sulla sua grande cupola ottagonale. Immediatamente sono state spostate tutte le funzioni religiose presso il Monastero Corpus Domini grazie alla sollecitudine del nostro Vescovo e all’ospitalità delle suore che tutti noi “delle Vergini” chiamiamo “le monachette”.

vergini06La Comunità parrocchiale però si è ben presto resa conto che aveva bisogno di uno spazio proprio, di un luogo di culto che, seppur provvisorio, potesse far sentire di nuovo “a casa” ciascuno di noi e più vicini alla Madonna delle Vergini. E allora sfruttando la tendostruttura installata a luglio nei pressi della Chiesa per la festa del Carmine, si è pensato di allestire quello spazio coperto di circa 250 mq per trasformarlo in “Chiesa”. Lunghe serate e qualche pomeriggio, grazie alla buona volontà e disponibilità dei parrocchiani, hanno reso possibile quello che fino a poche settimane prima sembrava impossibile.

vergini05Ma il terremoto, come sappiamo, non si può prevedere così le scosse del 26 e soprattutto del 30 Ottobre non solo hanno danneggiato gravemente le strutture della cupola e del tamburo del Santuario, mettendole seriamente a rischio crollo, ma hanno di fatto reso inagibile per rischio esterno (l’eventuale crollo della cupola stessa) anche la tendostruttura che aveva la “colpa” di trovarsi troppo vicina alla Chiesa.

Non era stato ancora completato l’allestimento della tendostruttura, che tutto quel lavoro sembrava vanificato! La Comunità si trovava, ancora una volta, priva della sua chiesa e costretta a ricorrere nuovamente all’ospitalità delle suore.

vergini03Sentito nuovamente il vescovo e il Comune di Macerata, il parroco Don Andrés ha sollecitato il Consiglio pastorale a trovare una soluzione rapida per realizzare lo spostamento di tutta la tendostruttura in una posizione sicura e lontana dalla cupola.

A questo appello hanno risposto moltissimi parrocchiani che si sono ritrovati, più numerosi di prima, per molte serate (e non solo) a lavorare allo spostamento della struttura. Sono stati rimossi tutti i banchi e tutti gli arredi sacri, è stato smontato completamente il pavimento realizzato in tavolato di legno e tutto l’impianto elettrico prima di procedere alla smontaggio campata per campata della struttura e dei teli laterali e di copertura.

Naturalmente una volta rimontata la struttura nella nuova posizione è stato ricostruito il pavimento, l’impianto, riposizionati gli arredi, i banchi ed installato il riscaldamento, ecc.

Cosa c’è di straordinario in tutto questo? Forse niente, come dicevamo all’inizio, ma la straordinarietà va ricercata nella buona volontà e nel senso di attaccamento dei tanti parrocchiani che hanno donato il loro tempo e le loro capacità per compiere in autonomia un intervento che ha restituito alla Comunità uno spazio di culto per le funzioni religiose e che permette di tenere un po’ più unita la parrocchia.

vergini02Certo non è stato facile ma quello “sporcarsi le mani” per donare qualcosa di sé agli altri rende viva e salda una parrocchia che continua a camminare seppur privata dal sisma del suo splendido Santuario.

Il parroco don Andrés, orgoglioso del lavoro fatto dai suoi parrocchiani, aggiunge: «L’inverno comincia a farsi sentire e trascorrere il Natale nella tendostruttura avrà qualche comfort in meno, ma il vantaggio di ricercare maggiormente il calore nelle persone e ci farà sentire un po’ più vicini alle popolazioni maggiormente colpite dal terremoto, con la certezza che Gesù ci ha detto che “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20) senza pensare troppo alla struttura che ci contiene.
Per questo Natale l’augurio più grande che ci possiamo fare come parrocchia legata al nostro Santuario è di vedere presto effettuate le operazioni di messa in sicurezza al fine di scongiurare il crollo della lanterna, della cupola e del suo tamburo, senza dimenticare la necessaria e urgente protezione dell’affresco di Santa Maria delle Vergini da cui tutta la storia del Santuario stesso ha avuto origine».

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