Specie in questo momento storico estremamente critico nel quale il lavoro costituisce una vera questione sociale, pesa enormemente il gravissimo problema della disoccupazione, specie quella giovanile ancora al 40%. E questo non è solo un problema economico, visto che non essere occupati determina una perdita di capitale umano, che può produrre gravi effetti sulle persone e sulla società nel suo complesso. Basti considerare anche le conseguenze sulla salute fisica e mentale, sul tasso di criminalità e sulla coesione sociale. A causa della disoccupazione e del precariato, molti giovani fanno fatica ad inserirsi nella società e a reclamare la propria autonomia ed indipendenza, sia sociale che economica. Non bisogna neanche dimenticare che la disoccupazione creando esclusione va ad incrementare, come dice papa Francesco, la «cultura dello scarto».

Perciò il tema di questo incontro pubblico è quanto mai cruciale. Emerge oggi una visione economicistica del lavoro, in quanto siamo ancora dentro un sistema economico che, puntando al profitto per il profitto, genera separazione tra occupati garantiti e disoccupati esclusi, come pure tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più emarginati. Per questo papa Francesco, senza mezzi termini ha denunciato: «questa economia dell’esclusione e della inequità uccide».

Eppure «Il lavoro – ha aggiunto il Papa – si distingue per il suo legame con la stessa dignità delle persone, con la possibilità di costruire un’esistenza dignitosa e libera. In special modo, la carenza di lavoro per i giovani diventa un grido di dolore che interpella i pubblici poteri». Allora per liberare il lavoro si rende dunque estremamente necessario un modello di sviluppo basato su un nuovo paradigma economico di “economia civile” e su un nuovo modello politico, per l’appunto di “politica partecipata”, con dentro una visione umanistica del lavoro, come valore necessario e “decente” per lo sviluppo integrale dell’uomo che ha in sé una sua dignità che va particolarmente coltivata.

Questa visione umanistica troviamo ben declinata nel libro di Von Ketteler, “La questione operaia e il cristianesimo” (Città Nuova Editrice, Roma 2015). Libro, pubblicato nel 1864 ma di estrema attualità, curato e tradotto oggi dal prof. Alberto Lo Presti che interverrà nell’incontro pubblico di venerdì 17 gennaio (leggi qui l’articolo), affrontando varie questioni trattate da Ketteler, vescovo di Magonza – tra cui un’aspra critica al pensiero liberale e a quello socialista, «misurando le insufficienze e le ingiustizie propugnate dai loro programmi politici» – con straordinaria capacità di analisi e segnando l’origine del pensiero sociale cristiano.

Da questa pubblicazione e da coloro che interverranno al dibattito e nel comune dialogo potremo attingere risposte importanti e proposte credibili ed incoraggianti, per affrontare la questione lavoro, la sfida più difficile dell’oggi in questa nostra società complessa.

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