Anticipando la giornata del 21 marzo dedicata a ricordo delle vittime di mafia nell’’aula magna dell’Itc Gentili di Macerata l’Ipsia “F.Corridoni” ha ospitato don Aniello Manganiello, conosciuto come il prete anticamorra di Scampia e fondatore dell’Associazione Ultimi per la legalità. Dopo i saluti di accoglienza del preside prof. Castiglioni, la prof.ssa Daniela Paci ha ringraziato dell’ospitalità e portato i saluti da parte della preside prof.ssa Francesca Varriale dell’Ipsia “Corridoni” che ha sostenuto fortemente il progetto. L’introduzione è stata svolta dalla prof.ssa Meschini Daniela, referente del progetto, mentre l’intervento sul cammino didattico è stato illustrato dalla prof.ssa Francesca Serafini. E’ stata data poi la parola per i saluti al sindaco di Macerata Romano Carancini presente all’incontro. Dopo un video su Scampia è iniziata l’intervista di Maurizio Verdenelli a don Aniello. La platea dei ragazzi è stata attenta ed interessata. La giornata è stata ritmata anche da bravi letti da Ylenia Grassetti del Ctr di Macerata che ha dato voce a coloro la cui voce è stata spenta.

Tante le domande di Verdenelli ma anche molte quelle rivolte a don Aniello dai presenti. Tra queste certo ha destato interesse quella sul ruolo della Chiesa che spesso non ha aiutato i suoi preti di strada ma a volte ha fatto sorgere il sospetto di aver girato la testa dall’altra parte o di aver chinato la testa verso le richieste mafiose. Insomma c’è bisogno di una Chiesa più coraggiosa perché “Gesù è più forte della Camorra” dal titolo del primo libro scritto da don Aniello (ed. Rizzoli). Una giornata intensa dove è stata posta l’attenzione sulle infiltrazioni anche nel nostro territorio attraverso attività pseudo lecite, nel sistema dei subappalti, nelle sale slot e nel grande traffico di eroina. Ha invitato i ragazzi a non essere complici e a non usare le sostanze perché è finanziamento per i clan. Tantissimi gli spunti di riflessione. Don Aniello è un uomo che si spende e nel pomeriggio era nella sede di Macerata per salutare ancora i ragazzi e parlare ancora con loro e poi ha visitato la Chiesa che si trova davanti alla scuola e ancora prima di partire per dire messa a Corridonia, ha continuato ad intrattenersi con gli insegnanti. Educare alla legalità come acquisizione della coscienza di due principi essenziali, quello del “diritto” e quello del “dovere”, quello dell’ “essere” rispetto all’“avere”, un compito essenziale nella realtà sociale che viviamo.

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