Nel tempo di Quaresima un conosciutissimo canto di ingresso è Attende Domine, un inno responsoriale gregoriano che ben si adatta alle esigenze comunitarie sia per la bellezza della linea melodica che per la sua accessibilità.

Inserito al n. 78 del Repertorio nazionale di canti per la liturgia, CEI 2008, il testo latino, come l’adattamento in lingua italiana, fa riferimento al salmo 50 che sottolinea il carattere penitenziale del tempo di Quaresima. Allo stesso tempo, però, la supplica non è solo rivolta a Dio Padre ma anche a Cristo Redentore, colui che, in virtù del suo farsi carico dei nostri peccati, affronta e vince la morte facendo di noi un popolo di redenti. Il testo è composto in terzine di endecasillabi; ogni strofa ha struttura del tipo AAB.

La melodia è nel V modo, quello che per noi oggi è diventato la scala maggiore. L’estensione è quella di una ottava, ideale per essere cantata da un’assemblea media. Il ritmo è sillabico, cioè strutturato sulla metrica del testo.

Le ricerche musicologiche attribuiscono la sua origine alla liturgia mozarabica, in particolare ad una litania quaresimale del X secolo.

L’utilizzo migliore è la forma responsoriale con il ritornello affidato all’assemblea.

La traduzione italiana del testo latino è:

Volgiti a noi, Signore, e abbi pietà
perché abbiamo peccato verso di te.

1. A te, supremo Signore, salvatore di tutti,
leviamo in pianto il nostro sguardo, ascolta.
o Cristo, la preghiera nostra che t’invoca.

2. Espressione dell’infinito, fondamento di ogni costruzione,
strada della salvezza, soglia della felicità
cancella il buio del nostro male.

3. Preghiamo, o Dio, la tua grandezza,
nella tua sublimità accogli il nostro gemito,
perdona longanime i nostri delitti.

4. Riconosciamo davanti a te i nostri errori,
ciò che nascosto in noi, con dolore lo confessiamo:
o Redentore, la tua pietà ci perdoni.

5. Tu, arrestato sebbene innocente,
condannato senza ribellarti, ucciso per noi peccatori,
salva coloro che hai redenti.

Propongo alcuni ascolti. Innanzitutto la versione originaria.

Molto conosciuta la versione italianizzata con il testo di Gino Stefani (1966) con il nuovo titolo “Signore ascolta”.

Infine una interessante armonizzazione John Osterhagen che riveste la melodia gregoriana, lasciata intatta e facilmente identificabile, di un nuovo “abito” armonico.

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