«Il quadro della Divina Misericordia che custodiamo qui a Vilnius è “l’unica immagine che Santa Faustina ha visto. Tutte le altre immagini, compresa quella che tutti pensano sia l’originale e custodita a Cracovia, sono state realizzate dopo la morte di Suor Faustina e con l’aiuto delle fotografie dell’immagine autentica». Così l’Arcivescovo di Vilnius (Lituania), mons. Gintaras Grušas, in un’intervista per il programma “Indagine ai confini del Sacro”, in onda domenica 23 aprile alle 23 in occasione della festa liturgica dedicata alla Divina Misericordia, ha rivendicato l’autenticità del dipinto chiarendo che il quadro custodito in Polonia in realtà è solo una copia.

Le due opere oggetto della trasmissione

Nel reportage con immagini inedite, realizzato dal curatore del programma David Murgia, e dal titolo “Storia e segreti del vero quadro della Divina Misericordia” l’Arcivescovo ha sottolineato che «dietro questo quadro c’è una lunga storia durata oltre cinquanta anni e per questo il “nostro”quadro è l’immagine meno conosciuta nel mondo».

Tv2000, dando conto delle diverse paternità rivendicate dalla Lituania e dalla Polonia sul vero quadro del Gesù Misericordioso nato dalla richiesta di Cristo a Santa Faustina Kowalska in un’apparizione, ha ripercorso le vicende incredibili del dipinto che ha dato il via al culto omonimo praticato da milioni di persone. Al momento infatti sono due le immagini al mondo che rappresentano il Gesù Misericordioso su cui da anni è aperta una fervente contesa: il quadro dipinto per la prima volta a Vilnius in Lituania da un artista locale alla presenza di suor Faustina e quello realizzato da un altro pittore 10 anni dopo nel 1943 nato dal alcune foto dell’originale e che venne posto nel Santuario della Divina Misericordia a Cracovia.

Le vicende di questa immagine sono degne di una spy-story che si snoda tra Polonia, Lituania e Bielorussia, in cui si intrecciano guerre, persecuzioni, due regimi totalitari, alcune donne e due artisti. Questo dipinto, infatti, è stato nascosto, sembrava ormai perduto e infine è stato ritrovato. La conservazione nel tempo di questa immagine è da attribuire al meticoloso lavoro di alcune donne coraggiose che sono riuscite a salvare questo dipinto dal nazismo e dal comunismo. Anche a costo di sacrifici e deportazioni.

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