di Gianluca Merlini

Noi, gruppo di sacerdoti diocesani, siamo arrivati a destinazione per quella pausa di riposo nel corpo e nello spirito, al 19 al 23 giugno, che il vescovo Nazzareno ci ha proposto. Tempo di esercizi spirituali necessari per fare il punto della situazione, per fare i conti dei pro e dei contro, per chiedersi a che punto si è arrivati e verso dove si sta andando.

Tempo propizio perché si possa riscoprire la bellezza del pregare con calma, dell’ascolto vissuto bene e con il tempo necessario, della condivisione vera e fraterna. Spazio, quello scelto questa volta dal nostro vescovo, che sicuramente resterà impresso non solo nel cuore ma anche nei nostri occhi.

Immersi nello scenario straordinario della Val di Fassa in Trentino, che farà da sfondo a questi giorni di ricarica spirituale, avremo la gioia di ascoltare le meditazioni e le riflessioni di monsignor Angelo De Donatis, appena nominato dal Santo Padre Francesco suo nuovo vicario generale per Roma e con lui potremo confrontarci. Una gioia grande, quella di avere con noi un vescovo tra i più vicini al Santo Padre al quale chiedere e dal quale imparare a conoscere veramente il cuore del Papa.

Riflettere, meditare e pregare: gli esercizi devono far ripartire dall’essenziale per scendere poi dal monte – letteralmente questa volta – e riportare nel quotidiano quanto il Signore vorrà donare. Sono previsti momenti di meditazione all’interno di una casa di spiritualità (www.lalumde- roisc.it) e momenti all’aperto, vicino alle splendide Dolomiti: questa esperienza ristabilisca in tutti noi la forza della fede, dell’entusiasmo dei primi momenti. Tempo anche dedicato all’amicizia dei sacerdoti e tra i sacerdoti. Una faccia della medaglia questa che tante volte non si considera. È bello sentire talvolta nelle nostre realtà ecclesiali le affermazioni della gente che, quasi colpita, afferma essere bello vedere due preti amici, due preti che si vogliono bene, che si aiutano. L’amicizia tra i sacerdoti non è purtroppo scontata, ma è possibile. Solo pochissimi hanno avuto la grazia di vivere il tempo del seminario insieme e così coltivare un’amicizia, una conoscenza che nasce da lontano.

Tutti siamo uniti dalla grazia sacramentale che ci chiama, ci ama e ci manda, ci costituisce pastori: non uno di più e uno di meno. Tutti siamo tali davanti a Dio e davanti agli uomini. Sentirsi amici è un aspetto bello da riscoprire per vivere meglio il proprio ministero, la propria vocazione e farla diventare dono e per questo proposta anche alle nuove generazioni.

Coloro che non potranno partecipare sicuramente avranno la gioia della condivisione che potrà nascere dal racconto che viene dal dono vicendevole. I sacerdoti non sono per sé stessi ma essenzialmente sono dono per gli altri. Esercizi dello spirito sì allora, ma anche esercizio di donazione: un tempo e uno spazio bello perché si possa riscoprire la bellezza e la gioia di stare insieme e di volersi bene anche se si hanno età, storie, provenienza e sensibilità spesso lontane.

Ci affidiamo, insieme al nostro vescovo Nazzareno e al vicario del Papa Angelo, alle cure amorevoli della nostra amata patrona la Madonna della Misericordia.

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