Esiste un luogo dove il tempo e lo spazio si astraggono. Dove le linee dell’infinito si fondono con i solchi materni di una madre provvida e regina: le Marche. Le Marche, secondo l’iconografia classica, sono tre: la madre-terra, la cura-cupra, via delle acque del bene e del male e infine la Sibilla-verbo che regna sovrana nei Sibillini. La leggenda vuole che la Sibilla inviasse le fate come sue messaggere qualora gli abitanti delle Marche avessero smarrito la via o la pace.

Il 30 ottobre 2016 un violento terremoto ha sconvolto la via e la pace di questa terra, lasciando un senso di precarietà ed inadeguatezza. Con “La Via delle Fate”, l’esposizione delle opere di Teresa Marasca a cura di Antonella Ventura (inaugurazione il 15 agosto, ore 18), si vuole celebrare, nello splendido relais di Borgo Lanciano, nel cuore della marca maceratese, la poesia visiva e lo stupore della regione. Poesia Visiva da Leopardi a Licini che incanta e domanda: «Dove Inizia lo Spirito e dove finisce la Materia?». Su questa “via” aleggia sospesa l’Arte della Marasca che la tramanda in un rilascio di sensi e colori, fantasia e parole. Unitamente alle sue opere prendono corpo “le parole delle foglie che cadono” del poeta Osvaldo Fanella.

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