Tra le macerie del terremoto sbocciano germogli di speranza. Dopo un anno di sospensione, sono ripresi gli incontri di Popsophia e Biumor nel suggestivo Castello della Rancia di Tolentino. Il filo conduttore è il tema della Filosofia dell’umorismo, curato, come sempre da Lucrezia Ercoli, ideatrice e direttrice artistica dell’evento culturale.

Ad “aprire i lavori”, venerdì 25 agosto, è stato il vescovo di Macerata, mons. Nazzareno Marconi, che ha ripercorso in una ampia sintesi il tema biblico del “Dio che sorride”. Di fronte a un uomo che spesso è disorientato, il presule ha presentato “eventi” del Primo e Secondo Testamento dove non c’è un “Dio arcigno che digrigna i denti” ma un Dio che dimostra la sua tenerezza nei confronti dell’uomo che, spesso, rimane sorpreso di questa presenza. La Lectio si è ispirata a una concretezza che incontra l’uomo nel suo vissuto come era nella metodologia medievale.

La Lectio inauguralis di Marconi si è ispirata alla concretezza che incontra l’uomo nel suo vissuto

Il Vescovo ricorda come la filosofia si poneva “in piazza per dialogare con la realtà”. Citando san Benedetto, mons. Marconi afferma che “il sorriso è perdono perché esso esclude la paura”. Ricorda poi Aristotele che scrive come “Dio ride e lo fa sempre a fin di bene”. Il sorriso è, dunque, legato alla gioia, mentre il ghigno è un sorriso falso che deriva da un intimo malvagio. Il “sorriso di Dio” è invece quella di Isacco, quando fa gli scherzi alle sue creature.

Il sorriso è perdono perché esclude la paura

Il male tende a spaventare l’uomo: c’è paura di Gesù quando Pilato gli ricorda che ha potere su di lui e Cristo gli risponde, ironicamente, “che non avrebbe nessun potere se non gli fosse dato dall’Alto”. Il richiamo di cristo alla correzione fraterna con l’immagine della pagliuzza e della trave esprime poi ironia e umorismo da parte di Cristo. Ne è esempio l’episodio di Giona, che faceva di tutto per rifiutarsi di accogliere il messaggio di Dio e che sorride di fronte alle paure dell’uomo.

Il sorriso è legato alla gioia, il male tende a spaventare l’uomo

Queste sono solo alcuni spunti di riflessione tratti dall’ampia Lectio del Vescovo. Il numeroso pubblico che gremiva l’aula del Castello della Rancia ha seguito con attenzione e partecipazione l’ampia esposizione del presule che ha comunicato con l’assemblea attraverso un linguaggio diretto e non paludato, in “tono” con l’argomento, ed è stato apprezzato con un lungo e prolungato applauso.

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