In questa epoca tutti dicono che la più grande malattia è la solitudine. Per questo in Inghilterra è stata decisa l’istituzione del Ministero per la Solitudine. La solitudine come la sanità, l’istruzione e la difesa nazionali. Qualcosa di cui prendersi cura in modo specifico, con competenze particolari, per la sua vastità.
Sul quotidiano Avvenire oggi Umberto Folena offre una ampia riflessione su questa problematica. Il giornalista afferma che ogni volta che creiamo dei legami, e facciamo incontrare desideri e sogni che diventino un progetto collettivo, vinciamo una piccola battaglia contro la solitudine. In Italia siamo bravini.
Forse non è ancora il momento di istituire un Ministero. Basterebbe guardare con maggiore simpatia, e sostenere le associazioni, i gruppi, i volontari. Gli oratori. Le famiglie! Tutti coloro che ricostruiscono o mantengono in vita frammenti di comunità. Chi fa rete e resiste alla liquefazione, non cedendo alle lusinghe del demone del consumo compulsivo. Chi non gioca d’azzardo. Chi non si droga. Chi ama. Chi unisce le isole creando continenti.

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