LA PAROLA DI DIO
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,20-26)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. 
Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. 
Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. 
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo!».

MEDITIAMO
Nel regno fondato da Gesù, le antiche leggi di Israele, come erano state interpretate da scribi e farisei, divengono insufficienti. Basate essenzialmente su una mentalità egoistica, in cui si dona a Dio solo per ricevere il premio, portavano ad escludere, in nome della giustizia, tutti coloro che non appartenevano al gruppo degli eletti. Era un impegno di amore “ridotto al minimo”. Ma la giustizia divina condanna ciò che perpetua la divisione e non si impegna al massimo. Essa esige che sappiamo fare il possibile per strappare dal suo rancore chi ci vuole del male. Questa esigenza viene prima del culto perchè un culto che non nascesse da questo impegno sarebbe falso.

UNA PAROLA DI LUCE
Perchè un matrimonio sia ben riuscito bisogna innamorarsi molte volte… della stessa persona. (M. McLauglin).

UNA STORIA PER RIFLETTERE
Racconta un anziano frate cappuccino. «Quando ero un novizio ricordo una sera di essermi recato per caso, nell’infermeria del convento. Mentre il frate infermiere stava rimboccando, le coperte, per la notte, a due frati anziani costretti a letto, io ero nel corridoio buio e assistetti a tutta la scena. Mentre rimboccava le coperte al primo frate, tirandogliele un po’ troppo sotto il mento, l’anziano lo rimbrottò, adirato: “Vattene! Non ne fai bene una”. II povero frate andò, in silenzio e un po’ intimorito, nell’altra stanza, dal secondo confratello. Questo invece gli rispose, con gratitudine: “Oh, fratello: sei così buono, con noi! Stasera, prima di dormire, dirò una preghiera, particolare, solo per te!”. Lì, nel corridoio, buio, fui colpito, da un’improvvisa consapevolezza… Un giorno io sarei stato uno di quei due vecchi frati! La piena consapevolezza, era questa: io stavo già, esercitandomi, per quel momento… Quando si invecchia, le abitudini prendono il sopravvento! I vecchi eccentrici si esercitano tutta la vita a essere eccentrici… I vecchi santi si esercitano tutta la vita a essere Santi!».
«La vecchiaia, è come un conto, in banca! Ritiriamo, alla fine, quanto vi abbiamo depositato, durante tutta la vita…».

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