“On body and soul”, in Italia con il titolo “Corpo e anima”, è un film ungherese diretto da Ildikó Enyedi che torna alla regia dopo diciotto anni di assenza. Candidato all’Oscar come Miglior film in lingua straniera e già vincitore dell’Orso d’oro alla 67esima Berlinale, racconta una strana storia d’amore che si muove tra il sogno e la realtà. Il film si apre con un bosco silenzioso coperto di neve, due cervi che nel candore dell’inverno si annusano, si scrutano e l’unico suono è il rumore delle loro zampe che si muovono tra la terra e la neve. Nella tenerezza di questa sequenza onirica, la regista torna alla realtà: Budapest e un asettico mattatoio. Maria (Alexandra Borbély) è una giovane donna gelida, goffa, timida e taciturna ma all’occorrenza brutalmente schietta. Ha un comportamento quasi autistico, per paura si allontana da ogni tipo di contatto fisico con l’altro, ha una straordinaria memoria che a volte spaventa, riesce a memorizzare intere conversazioni come fossero dati informatici, sterili e senza sentimento.
Endre (Géza Morcsányi) con il braccio sinistro paralizzato, è il direttore amministrativo del macello e osserva dalla finestra del suo studio la nuova assunta, addetta al controllo qualità. La vede ritrarsi all’ombra appena un raggio di sole le sfiora i piedi. Una macchina da presa, quella di Ildikó Enyedi, che si nasconde dietro i vetri di porte e finestre per inquadrare i personaggi entro un luogo brutale come quello del mattatoio e arido come quello della loro anima. La dicotomia corpo e anima attraversa il film dalla delicatezza delle sequenze nel bosco alle crude e nauseanti scene delle mucche macellate, tra momenti buffi, ironici, assurdi e a tratti grotteschi seguiti da altri intensi e drammatici. La regista ungherese, con uno stile e un ritmo delle inquadrature ben preciso, porta senza alcuna fretta, con corteggiamenti imbarazzati, i due protagonisti a spogliarsi del corpo rigido che abitano e a scoprirsi con un sogno comune: essere cervi innamorati.