L’ordinanza affissa oggi

Pesante colpo di coda del sisma. Stavolta non è stata la terra a tremare, ma all’Abbadia di Fiastra è come se si fosse tornati ai giorni drammatici del 2016. Sì, perché a seguito di un provvedimento del Comune di Tolentino, tutto il monastero è chiuso.

È stata infatti notificata una dichiarazione di inagibilità che amplia all’intero complesso, esclusa unicamente la chiesa, la misura che finora impediva l’accesso solo ad alcuni ambienti raggiungibili dal chiostro. Chiesa abbaziale a parte, nessun ambiente del monumentale complesso monastico è più visitabile.

Gli edifici che contornano da tre lati il chiostro sono ora valutati di tipo E, cioè inutilizzabili in ogni loro parte.

La restrizione severa viene applicata ora, quando lo sciame sismico sembra progressivamente acquietarsi, e infligge un colpo duro al turismo che stava tornando in zona nonostante le numerosissime inagibilità relative al patrimonio artistico e architettonico del territorio circostante, a cominciare dalla Basilica di San Nicola di Tolentino inaccessibile e dall’intero centro storico di San Ginesio, “Bandiera Arancione” del Touring e uno dei “Borghi più belli d’Italia” gravemente lesionato.

L’area camper

All’Abbazia rimane operativa l’Area Camper, inaugurata appena un anno fa, con le sue 50 accoglienti piazzole e gli ampi spazi attrezzati. Restano parimenti disponibili i servizi e le attività di educazione ambientale che fanno perno sulle ricchezze naturalistiche della Riserva di cui l’abbazia è il cuore, quei 1.800 ettari di territorio protetto – di cui 100 di bosco collinare – solcati da decine di chilometri di sentieri da percorrere a piedi, in bici o a cavallo. Si tratta di un patrimonio che molti hanno già avuto modo di apprezzare ma che tanti ancora non conoscono. Quanto a ricettività e servizi di ristorazione, tutte le strutture sono operative senza limitazioni.

Nella galleria di immagini in calce a questo articolo, dopo le prime 6, trovate foto degli ambienti ora chiusi al pubblico scattate immediatamente prima dell’entrata in vigore del divieto.

A ridosso della Riserva è normalmente aperto anche il Parco archeologico di Urbisaglia, realtà importante che da sempre vive in sinergia con l’abbazia e che non ha subito danni dal sisma.

Ora comincia l’attesa. Un’attesa in cui la speranza non intende arrendersi. Né quella dei monaci, costretti – senza recriminazioni – ad abbandonare i locali del monastero in cui vivevano per trasferirsi nella Foresteria finora destinata all’accoglienza di chi voleva condividere le loro giornate, né quella di chi, come le donne di Meridiana – la società che gestisce i servizi turistici all’Abbadia e nell’Area archeologica di Urbisaglia –, si trova a fronteggiare una grave avversità quando invece contava di cominciare a tirare un sospiro di sollievo dopo un anno e mezzo di trepidazione e fatiche.

L’abbazia – mirabile sintesi di spiritualità, architettura e paesaggio – deve tornare prima possibile ad accogliere, senza limitazioni, visitatori, turisti, pellegrini: è questa la richiesta unanime indirizzata alle autorità da quanti ci vivono, vi operano o le sono affezionati.

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