Venerdì 28 dicembre 2018 alle ore 21,15 nella Basilica Santuario della Misericordia a Macerata, la Cappella Musicale della Cattedrale di Macerata diretta da Carlo Paniccià presenta la sua nuova produzione concertistica: “Salutiam divotamente, le laude alla Vergine Maria nel Laudario di Cortona”. Per l’occasione il coro maceratese sarà accompagnato con la chitarra acustica da Nazzareno Zacconi. Il concerto è una iniziativa dell’Unità Pastorale 01 Centro Storico-Sacro Cuore con il patrocinio del Comune di Macerata.

Nel 1876 Girolamo Mancini, bibliotecario della Biblioteca del Comune e dell’Accademia Etrusca di Cortona, ritrovò in un sottoscala della biblioteca un manoscritto in pessimo stato di conservazione. Venne aggiunto al corpus dei manoscritti custoditi nella biblioteca cortonese con il numero 91. Il manoscritto, appartenuto alla Fraternità di Santa Maria delle Laude, della chiesa di San Francesco di Cortona, è stato copiato, secondo gli esperti, fra gli anni 1250 e 1297.

Il Laudario di Cortona è un importante manoscritto di laude italiane con notazione musicale su tetragramma. Insieme al Laudario Magliabechiano 18, custodito nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, costituisce una vera e propria testimonianza dei repertori delle fraternità di laudesi della Toscana e dell’Umbria: di sicuro il Laudario di Cortona è la più antica raccolta conosciuta di musica italiana in lingua volgare, nonché l’unica del XIII secolo.

In questo concerto verranno eseguite undici laude dal contenuto poetico e letterario prevalentemente mariano:
Venite a Laudare (lauda 1)
Laude novella (lauda 2)
Ave, donna santissima (lauda 3)
Madonna santa Maria (lauda 4)
Ave, regina gloriosa (lauda 6)
Altissima luce (lauda 8)
O Maria, d’omelia fontana (lauda 10)
Salve, salve, Virgo pia (lauda 16)
Alta Trinità beata (lauda 32)
Faciamo laude a tutti i sancti (lauda 42)
Salutiam divotamente (lauda 47)

Sebbene il laudario non preveda alcuna indicazione sull’esecuzione, le melodie e i testi, che dopo otto secoli conservano una innata freschezza, sono stati rivestiti con un nuovo abito grazie alla policroma espressività della chitarra di Nazzareno Zacconi.

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