Anche quest’anno la parrocchia di San Firmano di Montelupone ci ha aiutato ad entrare nel mistero del Natale, mediante la rappresentazione sacra degli eventi della nascita di Nostro Signore Gesù Cristo. Questa volta il presepe vivente è stato realizzato all’interno della Chiesa abbaziale ed è stato arricchito dalla presenza della corale “San Francesco” di Montelupone, diretta dal Maestro Alessandra Gattari, che ha alternato le otto scene con canti natalizi.

Questo evento, nato nel 1974, grazie al parroco don Armando, è diventato per i ragazzi di San Firmano un appuntamento annuale, che li ha visti coinvolti fin da piccoli. Pensate che Giovanni, che ha impersonato San Giuseppe, venti anni fa faceva Gesù Bambino! In realtà il coinvolgimento non è solo dei ragazzi, ma di tutta la parrocchia: c’è chi ha gestito le luci, i microfoni, i cambi di scena, la realizzazione di costumi, la costruzione della scenografia e la proiezione delle immagini a completamento della scenografia. La preparazione di tutto questo ha creato una grande comunione e il nuovo parroco, Don Giacomo, è rimasto colpito dall’armonia e dalla collaborazione che si è creata tra tutti i partecipanti. Sicuramente – ha detto – è stato un dono dello Spirito Santo, ricevuto per aver dato la propria disponibilità a servire il Signore in questo modo.

Evidenziamo alcune particolarità del presepe di quest’anno. In ciascuna scena si è cercato di riprodurre, nei costumi e nelle posture, delle antiche icone. Si inizia con la scena della tentazione di Adamo ed Eva, attualizzata ai giorni d’oggi. Segue l’annunciazione e il sogno di Giuseppe. Ha colpito il fatto che coloro hanno recitato Adamo ed Eva erano gli stessi che hanno interpretato Giuseppe e Maria. Questo ad indicare che ognuno di noi è soggetto ad un combattimento spirituale e può scegliere di essere Adamo o Giuseppe, Eva o Maria. Il serpente nel Paradiso terrestre stava solo in mano ad un angelo con un vestito lucente, perché il maligno si veste di angelo di luce per ingannare l’uomo.

L’ultima scena, ovviamente, era la natività, che si è riempita progressivamente di tutti i personaggi: dagli angeli, ai pastori e ai re magi, e si è conclusa con il canto: “Tu scendi dalle stelle”. C’è stato il coinvolgimento di un gran numero di ragazzi: tutti i personaggi hanno recitato qualcosa. Si è dato voce anche ai poveri pastori e ai piccoli angeli e persino alla stella cometa, che era una catechista, perché la stella come una catechista indica la strada verso Gesù. Le piccole imperfezioni, i contrattempi e gli imprevisti, tipici di una recita parrocchiale realizzata in breve tempo, valorizzano il lavoro e l’impegno nel mantenere sempre vivo, reale e attuale il mistero dell’incarnazione del Verbo.

Alda Bernardoni e don Giacomo

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