«La Giornata odierna va dedicata ai marchigiani che lottano per il loro posto di lavoro e per le loro famiglie». Queste le parole con le quali il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, ha salutato le autorità, le Istituzioni e i cittadini che hanno partecipato alla celebrazione della Giornata delle Marche, il 10 dicembre, all’Auditorium della Mole Vanvitelliana di Ancona. «L’identità marchigiana va valorizzata e adeguata al cambiamento senza rinnegare le radici e le tradizioni – ha continuato Ceriscioli -, un’identità plurale che ha le sue basi anche nella ruralità». Valori che animano la creazione della Macroregione adriatico ionica, spinta non a caso dalle Marche: «Coinvolge Paesi un tempo divisi – ha inoltre affermato il Presidente -, attraverso un percorso che mostra come le difficoltà si superino con il dialogo e la reciproca collaborazione».

Ceriscioli ha quindi evidenziato che «il 10 dicembre è una festa che unisce anche i marchigiani dell’altra parte del mondo, una comunità forte che ha saputo mantenere un legame solido con la propria terra di origine. Poter contare su loro è come avere un milione e mezzo di ambasciatori nel mondo per promuovere la regione». Anche secondo Antonio Mastrovincenzo, presidente del Consiglio regionale, questa data rappresenta «una giornata importante, perché valorizza il ruolo della regione, delle Istituzioni, della comunità marchigiana. Credo che questo rapporto vada rafforzato quotidianamente – ha continuato -, costruendo un collegamento sul territorio con le forze sociali e la ricchezza rappresentata dalle associazioni».

Un “augurio” alle Marche lo ha rivolto il Cardinale Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona-Osimo, premiato con il Picchio d’Oro per il proprio impegno sociale e pastorale:

«La prima cosa che dico alle mie Marche è di non tradire mai le tradizioni.

Questa festa è collegata a un’altra celebrazione solenne per la nostra regione, quella della Santa Casa del Santuario di Loreto. Auguro anche alla mia comunità, dunque, di non tradire le sue radici. Se una persona, una famiglia non ha una storia – ha dichiarato Menichelli -, l’albero non cresce». Nel suo messaggio, l’Arcivescovo ha poi sottolineato la necessità di recuperare il carattere dei marchigiani: «Forse abbiamo ecceduto in alcune cose che ci hanno consolidato una certezza – ha evidenziato -, in realtà credo che, nella nostra vita, questo elemento appartenga solo alla quotidianità. Tutte le nostre famiglie sono uscite da una grande tribolazione, da una grande povertà. Giorno per giorno la curiosità, la giustizia, la collaborazione hanno creato un tessuto che tutti ci invidiano. Dobbiamo essere capaci, anche in questo contesto storico così tribolato e farraginoso, qualche volta anche così violento, di essere regione che accoglie – ha concluso Menichelli -, perché solo così esprimeremo

il valore che ha fatto delle Marche un’eccellenza, la vicinanza alle persone».

A Giovanni Giusti è andato, infine, il premio speciale del Presidente della Regione. Giusti è il titolare dell’azienda agraria che ha prodotto il «BollaRosa», lo spumante scelto per il brindisi del pranzo dei capi di Stato nel primo giorno dell’assemblea generale delle Nazioni Unite, servito al tavolo anche a Vladimir Putin e Barack Obama. «È stata una soddisfazione incredibile – ha detto l’imprenditore, mentre riceveva il premio -, il coronamento di anni di lavoro sul mercato americano».