Macrostoria e microstoria si intrecciano molto più di quanto possiamo immaginare nella vita dell’uomo. Un’esistenza che, nel corso della prima metà del secolo scorso, era caratterizzata dai tempi e dai modi della società contadina. Ripercorrendo oltre cinquant’anni di storia cingolana, Orfeo Mangoni ha realizzato il volume «Cingoli, l’azienda Tittoni. 1900-1965, la vita contadina e la realtà del territorio», diffuso per lo più gratuitamente ad amici e appassionati. Quello dei Tittoni è un cognome che rievoca il Regno d’Italia, ma che nelle intenzioni di Mangoni diventa il filo conduttore di una ricerca locale che ha avuto inizio ben 10 anni fa. Indicando i tratti salienti dei capitoli che lo compongono, l’autore offre ai lettori un salto nel passato, tra nostalgia e il senso autentico del vivere in comunità.

Un ritratto del senatore Romolo Tittoni per gentile concessione di Marie Elisa Tittoni
Un ritratto del senatore Romolo Tittoni per gentile concessione di Marie Elisa Tittoni

Signor Mangoni, il volume ha come suo perno centrale la famiglia Tittoni. Tuttavia, sfogliando già le prime pagine si scopre come una dei protagonisti sia la quotidianità del periodo che ha ripercorso. È d’accordo?
Sì, l’essere nato nel 1936 ha comportato vivere direttamente e indirettamente gli anni della Seconda Guerra mondiale e le difficoltà del periodo post bellico. Queste emozioni mi hanno guidato nella stesura del libro, così da tramandare parte di queste vicissitudini e non solo. Di conseguenza, nel 2006 sono venuto a conoscenza di alcuni programmi che avrebbero potuto aiutarmi nella scrittura, avendo all’epoca manifestato dei forti problemi di sanità visiva. Grazie agli strumenti informatici per la sintesi vocale messi a disposizione dall’Unione italiana ciechi di Macerata, ai corsi gratuiti promossi dal Rotary Club e all’aiuto dell’associazione «Guidiamoci» dell’ingegner Guido Ruggeri mi hanno consentito di iniziare a scrivere e, nel dicembre scorso, ho completato e potuto presenatre finalmente quest’opera.

Ildebrando Bruschetti, al centro, nella foto di Gianfilippo Centanni, tratta dal volume di Mangoni
Ildebrando Bruschetti, al centro, nella foto di Gianfilippo Centanni, tratta dal volume di Mangoni

Perché ha deciso di intitolare il volume all’azienda Tittoni?
Durante la mia giovinezza, l’Istituto Agrario, fondato nel 1946, era l’unica scuola superiore presente a Cingoli e, dal 1953 al 1955, ho frequentato il corso biennale con l’insegnante Ildebrando Bruschetti. Visto l’esito positivo dei miei esami finali, lo stesso professore mi invitò presso Villa Spada per trattare alcuni temi legati al mio futuro lavorativo. Bruschetti era un possidente che amava lo sport e la caccia ma, soprattutto, si occupava dell’amministrazione dell’azienda agraria della famiglia Tittoni e mi offrì un posto di lavoro. Grazie a questa esperienza, ho ritenuto doveroso proporre all’intero del libro una dettagliata biografia della famiglia.

copertina Tittoni (1)Com’è suddiviso il libro?
L’opera è composta da 10 capitoli, i quali approfondiscono, oltre alla storia della famiglia, il profilo dei vari amministratori dell’azienda (Guido Bruschetti, Alfredo Cicconi, Fabio Guidantoni e Ildebrando Bruschetti), i sistemi di conduzione dei contratti agrari, i poderi e le famiglie coloniche dell’epoca, l’alienazione delle proprietà dei Tittoni, le elezioni Amministrative e Provinciali del Comune di Cingoli, una panoramica sul territorio, il moto club «Armando Fagioli», alcuni aneddoti su persone e fatti della città, e, non ultime, le strutture, le scuole, la sanità, le parrocchie e le attività pubbliche e private. Nei decenni che ho esaminato, la realtà cingolana si è sviluppata su tanti fronti: da quello politico-amministrativo a quello del sistema scolastico e dei servizi e degli uffici, da quello sanitario a quello parrocchiale. Di ognuno di questi argomenti ho cercato di riproporre alcuni aspetti che ho ritenuto importanti: ad esempio, ho ripercorso la vita amministrativa del Comune di Cingoli, riportando le consultazioni del 1920, 1925 e del dopoguerra. Devo ammettere che porre al posto giusto i tasselli del mosaico e riordinare le testimonianze e egli avvenimenti di cui ero a conoscenza è stato un lavoro molto impegnativo. Le fonti di informazione sui nomi, le date e gli episodi raccolti sono innumerevoli, tuttavia il rischio di aver commesso alcuni errori è ben presente.

Perché è importante non dimenticare le nostre origini? 
Questo spaccato di storia, specialmente quella contadina, non va dimenticato ma fatto conoscere anche a chi non l’ha vissuto. Credo che per i meno giovani i ricordi delle persone e degli eventi evocati da questo viaggio nella memoria possano essere letti con particolare attenzione ed emozione.

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