Papa Francesco ha sollecitato le nostre chiese ad aprire le porte e, proponendo il Giubileo della Misericordia ha incalzato tutti i credenti a percorrere la via dell’accoglienza e della carità concreta.

Oggi questo appello si confronta con la realtà drammatica di un’immigrazione che miete vittime lungo tutti i suoi itinerari. Questo avviene perché «chi rischia la pelle su un barcone – sottolinea don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana – lo fa perché vede infranto il primo e inalienabile diritto: quello di restare a casa propria». Ecco che è decisivo operare per «mettere chi soffre nelle condizioni di restare nella propria terra vuol dire garantire risorse sufficienti per vivere, lavoro e pace».

La Chiesa italiana e anche la nostra diocesi sono da sempre in prima fila nel servizio ai più poveri e, di fronte al dramma dei migranti che continuano a morire tentando di raggiungere l’Europa, il Consiglio Permanente Cei ha elaborato un Vademecum con indicazioni pratiche per le Diocesi italiane circa l’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati in Italia e per la solidarietà con i Paesi di provenienza dei migranti.

Al punto 7 vi si evidenzia che «il doveroso impegno di accoglienza non deve farci dimenticare le cause del cammino e della fuga dei migranti che arrivano nelle nostre comunità: guerre, fame, disastri ambientali, persecuzioni politiche e religiose». La Fondazione MISSIO, la Federazione degli Organismi Cristiani Servizio
Internazionale Volontario (FOCSIV) e Caritas Italiana si sentono sollecitati a un lavoro unitario sia a livello nazionale sia a livello diocesano.

I tre organismi hanno costituito un tavolo di lavoro comune e lanciano una campagna
congiunta dal titolo “Il diritto di rimanere nella propria terra”, col proposito di sostenere, nel corso del Giubileo della Misericordia, delle “microrealizzazioni giubilari”, proprio con
l’intento di tutelare il diritto fondamentale di ciascuno a vivere nella propria terra.

La campagna mette a disposizione vari strumenti.

In particolare le proposte concrete riguardano:
• sostegno a 1.000 Microrealizzazioni, prioritariamente localizzate nei Paesi di origine dei migranti e finalizzate a rafforzare/rilanciare il lavoro di promozione umana;
• sostegno a micro “modulari”, finalizzato a garantire non soltanto il diritto a rimanere nella propria terra, ma anche quello a una migrazione sicura;
• avvio/rilancio di gemellaggi, rapporti solidali, accoglienza, volontariato, ecc. per rafforzare legami, scambi di esperienze pastorali, relazioni che arricchiscano reciprocamente le Chiese coinvolte.

Per il presidente della FOCSIV Gianfranco Cattai, queste 1.000 microrealizzazioni offrono «l’opportunità di far conoscere iniziative più ampie che già esistono e che saranno rinforzate attraverso queste azioni mirate e puntuali, ma soprattutto è un’opportunità per intensificare le relazioni e dialogo con le comunità locali».

Ricordiamo che a Macerata è attivo,
promosso dalla Caritas diocesana il
Centro di ascolto e di prima accoglienza
via Rampa Zara 13/15
telefono e fax 0733.270963
centroascolto@mercurio.it

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