In una dozzina delle quindici stanze a disposizioni trovano ordinata collocazione più di ottantamila volumi. C’è di tutto sulle Marche e sul pensiero teologico-filosofico di Sant’Agostino d’Ippona, nonché libri di letteratura antica latina e greca, letteratura italiana e straniera, storia civile, filosofia e teologia, arte, geografia, economia e medicina.

Oltre ad essere l’unico punto di riferimento marchigiano per la bibliografia agostiniana, da anni è anche una delle maggiori biblioteche della provincia di Macerata.
Parliamo della Biblioteca Egidiana di Tolentino, una delle più ricche di patrimonio librario, ma anche poco nota al grande pubblico. Non, però, agli studiosi, che la frequentano regolarmente per le loro ricerche sulla storia locale e delle Marche in genere.

La sede della Biblioteca Egidiana in piazza Silverj, a Tolentino
La sede della Biblioteca Egidiana in piazza Silverj, a Tolentino

La sede è al civico n.3 di piazza Silverj, all’ombra del campanile della Basilica di San Nicola. I locali della biblioteca, d’altronde, sono parte del complesso conventuale dei frati Agostiniani. Sono stati gli stessi religiosi a trasformarla – a partire dagli anni Settanta del secolo scorso – da biblioteca interna del convento a biblioteca aperta al pubblico.
Benché della sua esistenza si trovi traccia in un documento che risale addirittura al 1358 (mezzo secolo dopo la morte di San Nicola), solo nel secondo Novecento la biblioteca ha avuto un notevole sviluppo. Contestualmente alla ristrutturazione dei locali, avvenuta in più riprese per iniziativa dei superiori del convento, padre Agostino Vita, padre Ivo Ricotta, padre Nicola Stollagli, padre Marziano Rondina e padre Pietro Bellini, è stata portava avanti l’implementazione e la catalogazione dei volumi.

Un ritratto di padre Gentili, eseguito dal suo confratello padre Stefano Bordi
Un ritratto di padre Gentili, eseguito dal suo confratello padre Stefano Bordi

Determinante in questo è stato il lavoro svolto per alcuni decenni da diversi studiosi agostiniani, primo tra tutti padre Domenico Gentili. Fu lui, docente di storia e filosofia al liceo classico di Tolentino (di cui è stato per un periodo anche preside), a dare la prima “impronta” e chiamare la biblioteca «Egidiana», in onore Egidio Romano (1243-1316), professore alla Sorbona di Parigi e fondatore della scuola teologica agostiniana. Padre Gentili, scomparso nel 1992, è stato, di fatto, il primo bibliotecario dell’Egidiana. Dopo di lui, hanno implementato il fondo e curato la catalogazione padre Ezio Ruggeri e l’attuale bibliotecario Orlando Ruffini. Quest’ultimo ha legato il proprio nome all’organizzazione tecnica di diverse iniziative culturali che anno avuto nella biblioteca una base logistica e operativa, tra le quali alcuni importanti convegni internazionali e le trenta edizioni della «Esposizione dell’editoria marchigiana». Una mostra, questa, allestita annualmente nel chiostro della basilica di San Nicola che ha fatto conoscere tutto quanto pubblicato negli anni sulle Marche (storia, arte, folclore): oltre diecimila titoli, confluiti anche in «Bibliografia marchigiana» (2 volumi), tutti catalogati e oggi consultabili presso la biblioteca di Tolentino.

Alcune stanze dell'«Egidiana»
Alcune stanze dell’«Egidiana»

Attualmente ricopre l’ufficio di responsabile della biblioteca Monica Ruffini, che ha da tempo iniziato la catalogazione computerizzata, confluita nel polo SBN dell’Università di Macerata. Si tratta di un servizio per la libera consultazione dei cataloghi on line (http://opac.unimc.it) cui partecipano le biblioteche dell’Università di Macerata, la Biblioteca comunale Mozzi Borgetti di Macerata, la Biblioteca statale di Macerata, le biblioteche dei principali comuni della provincia e, ovviamente, la Biblioteca Egidiana.

IMG_2410-OK-1L’importanza della «Egidiana» nel panorama bibliotecario maceratese è data anche dalla presenza di alcuni fondi librari di particolare pregio e valore culturale. Tra questi, il fondo archeologico costituito dalla biblioteca privata del professor Attilio Profumo (1859-1945), archeologo e storico di fama internazionale, noto soprattutto per la sua opera «Le fonti ed i tempi dell’incendio neroniano».

Altri fondi custoditi sono quelli donati alla Biblioteca Egidiana da Agostino Trapè (1915-1987), grande studioso di Sant’Agostino, fondatore e rettore dell’Istituto patristico «Augustinianum» e da Ignazio Ughi (1913-2001), docente di filosofia, per anni direttore del Centro Don Sturzo di Roma, il quale ha lasciato all’istituzione agostiniana la sua ricca biblioteca privata i cui volumi (tra cui alcuni rari e preziosi libri antichi) spaziano dalla letteratura italiana ed estera all’arte e soprattutto ai problemi politico-sociali ed economici.

La Biblioteca Egidiana di Tolentino – che custodisce anche la documentazione storica del convento di San Nicola e della Provincia agostiniana picena, particolarmente importante per la storia locale e regionale – è stata formalmente riconosciuta di «utilità pubblica» e il suo archivio di «notevole interesse storico». Oltre al fondo librario possiede una vasta raccolta di cartoline, santini, foto, diapositive e al suo interno, dal 1994, opera un’associazione culturale che, con la collaborazione assidua di circa quindici soci, svolge attività di ricerca storica e iconografica intorno alla figura di san Nicola e dell’Ordine agostiniano, cui si aggiunge quella sul territorio comunale, provinciale e regionale. Inoltre, organizza periodicamente conferenze e pubblica monografie specializzate.

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