Il 10 febbraio mons. Nazzareno Marconi presiederà la Santa Messa del Mercoledì delle Ceneri presso la chiesa di San Filippo Neri, a Macerata. La Sacra Funzione è stata proposta dal priore della Confraternita delle Sacre Stimmate di San Francesco di Macerata e ha raccolto l’adesione di tutti i Priori delle Confraternite della Vicaria, ma l’invito è stato esteso a tutte le Confraternite della Diocesi che parteciperanno, insieme a tanti fedeli, con le loro delegazioni.

Il ritrovo è previsto per le 20.45 presso l’oratorio del Santo Sepolcro, sotto la chiesa di San Paolo; da qui prenderà avvio la Processione penitenziale che percorrerà Via Don Minzoni, Piazza della Libertà e Corso della Repubblica, al canto delle Litanie dei Santi. Una volta giunti in San Filippo, il Vescovo benedirà la Croce Giubilare, che andrà quindi a sostituire quella usata dalle Confraternite della Vicaria che di volta in volta si alternano nell’accompagnare i pellegrinaggi diocesani al santuario-basilica della Madonna della Misericordia, dove per tutto l’Anno della Misericordia resterà aperta la Porta Santa.

La Croce, disegnata e realizzata dalla Confraternita delle Stimmate, è trifogliata – le estremità dei bracci terminano cioè con 3 lobi – a significare l’unità e trinità di Dio. All’incrocio dei bracci è posto un cerchio, simbolo della perfezione divina, in cui è rappresentato il Sacro Cuore di Gesù su fondo oro, colore che allude allo Spirito Santo, luce ineffabile. Nel retro, al Cuore di Cristo corrisponde il Monogramma di Maria, con corona regia in oro e blu, a significare il suo essere Regina del Cielo. I due segni suggeriscono come, attraverso l’esempio della Madre, ci si metta con profitto alla scuola del Figlio, secondo il motto: Ad Jesum per Mariam, raggiungere Gesù attraverso Maria.

Il cerchio ricorda altresì che Gesù, in quanto Verbo del Padre per mezzo del quale tutte le cose furono create, è il fulcro della Creazione: è lui il vero “Sole invitto” per cui tutte le cose sussistono. A ciò rimandano i motivi floreali incisi lungo i 4 bracci della croce, che come assi cardinali si irradiano lungo le direzioni dello spazio dall’unico Centro. Il numero 4 sta in effetti a indicare il mondo coi suoi tempi: si pensi al susseguirsi delle stagioni, ma anche alle cosìddette “porte solari”, ovvero gli equinozi e i solstizi.

La croce, inoltre, suggerisce un ulteriore elemento, quello della pienezza: sono stati infatti praticati 12 fori, distribuiti in corrispondenza dei quattro trifogli. Questo numero riprende in qualche modo le realtà terrene, ma le traspone su un piano superiore: tanti sono i mesi dell’anno e le costellazioni dello zodiaco, ma dodici sono anche le tribù di Israele e, soprattutto, gli Apostoli del Signore.

I bracci, infine, lasciano trasparire le venature del legno ed evocano così il Santo Legno su cui fu appeso il Salvatore del mondo per pagare il nostro riscatto. Perciò, nel momento in cui il Vescovo innalzerà la croce, dopo averla benedetta, per mostrarla ai fedeli, verrà cantato il responsorio: Ecce lignum crucis, cui l’assemblea risponderà con fede: Venite adoremus.

Giacomo Alimenti
Confratello delle SS. Stimmate di San Francesco di Macerata

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