A Macerata chiude un’altra scuola paritaria. È la volta della scuola materna L’Ancora che da 30 anni ha offerto il suo servizio a tanti bambini maceratesi. Un servizio sempre apprezzato al punto da indurre ancora quest’anno le famiglie dei 23 bambini frequentanti a versare una retta mensile di 160 euro, mentre le scuole materne statali sono gratis.

Si sfoga Lorenzo Staffolani, presidente della Cooperativa sociale Il Faro che gestisce la scuola materna: «Poco importa che il costo pro capite di un nostro alunno sia molto inferiore a quello di una qualsiasi Scuola materna statale che è di circa 6.000 euro all’anno: lì paga lo Stato, cioè tutti noi con le tasse; qui, nella scuola paritaria tenuta ad osservare tutti gli obblighi della scuola statale, dalle istituzioni pubbliche ci arrivano solo briciole e i soldi devono uscire dalle famiglie; eppure eroghiamo quello che la legge riconosce essere un “servizio pubblico” del tutto equivalente a quello statale».

Conti senza speranza?
«Sì, sono stabilmente in rosso ed è un rosso pesante, circa 50.000 euro, una cifra che va a sommarsi a quella quasi identica dell’anno scorso. La nostra cooperativa gestisce numerose attività; ha un bilancio importante e in equilibrio, ma per conservarlo non possiamo permetterci che neppure una delle nostre attività sia stabilmente, e senza speranze di recupero, in perdita pesante. Purtroppo i costi, soprattutto quelli del personale, sono gravosi e, per chi come noi rispetta le regole, incomprimibili. Non possiamo continuare così».

I genitori sottolineano lo sforzo affrontato e la disponibilità dimostrata…
«Gliene va dato atto e sono contento che abbiano riconosciuto la qualità del servizio che la nostra scuola ha sempre erogato, ma purtroppo nonostante l’impegno di tutti, i conti non sono migliorati e le pur meritorie iniziative complementari – tra tutte ricordo lo spettacolo con Rai YoYo – hanno prodotto risultati non in grado di modificare il quadro complessivo».

Quindi 23 bambini dovranno l’anno prossimo ricominciare da un’altra parte…
«Non saranno 23, perché quelli dell’ultimo anno passeranno in prima elementare, ma sì, tutti gli altri dovranno iscriversi in un’altra scuola. E proprio per rendere meno traumatica possibile la transizione abbiamo svolto 2 incontri con un’informativa dettagliata già a gennaio. I primi a essere dispiaciuti della situazione siamo noi: quando due anni fa c’eravamo trovati di fronte alla prima crisi, che siamo riusciti a superare grazie anche a contributi una-tantum di Comune e Diocesi, speravamo si innescasse un meccanismo positivo che consentisse un po’ alla volta di tornare a galla in sicurezza. Purtroppo abbiamo dovuto prendere atto che così non è stato».

La chiusura coinvolge anche il Nido?
«No, lì per fortuna la situazione, pur non florida, fa i conti con un disavanzo molto più lieve e quindi l’attività prosegue, e contiamo di confermare l’impegno in favore dell’infanzia a Macerata dando vita ad altri servizi gestiti in altro modo».

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