Il vescovo Nazzareno Marconi è soddisfatto, perché i primi passi del progetto di riordino e potenziamento dei media diocesani sono incoraggianti. «Avevamo due obiettivi, di pari importanza ma apparentemente in contraddizione: ridurre i costi e contemporaneamente essere più presenti e realizzare una comunicazione più efficace».

Il vescovo Marconi con papa Francesco
Il vescovo Marconi con papa Francesco

Qualcosa di simile alla quadratura del cerchio…
No, niente di equilibristico, solo la disponibilità a ridiscutere con libertà, senza farci imbrigliare dal passato, su ciò che ci serve e su quanto possiamo spendere.

Il risultato è stato la chiusura del settimanale diocesano…
Ci sono realtà, come Avvenire, in cui la carta ha un senso e un valore che giustificano l’impegno a sostenerle; nel caso di Emmaus la sproporzione tra i costi e i ricavi non lasciava speranze di recupero. Però, sottolineo, la scelta non è stata di «chiusura e basta». Siamo andati sul web con una presenza che non è un alibi per il disimpegno: il sito che è diventato subito una presenza autorevole e riconosciuta nel panorama locale.

La prossima uscita sul quotidiano Avvenire è in programma per il 15 marzo
La prossima uscita sul quotidiano Avvenire è in programma per il 15 marzo

Le quattro pagine mensili su «Avvenire» come nascono?
Come ho già detto, non disprezzo la carta, tutt’altro! Per questo quando dal quotidiano cattolico ci è giunta la proposta di un inserto mensile a costi per noi abbordabili, ho dato subito il mio assenso convinto. E l’esordio è stato sicuramente positivo: questa esperienza ci offre un’occasione mensile di comunicare ciò che abbiamo da dire come Chiesa locale anche nelle edicole e tra i lettori di Avvenire del Centro Italia.

In apertura dell’intervista parlava anche dell’obiettivo di una «comunicazione più efficace». . .
Sì, e questo contiamo di conseguirlo attraverso la collaborazione e la convergenza dei media che fanno riferimento alla diocesi. Se il web è il canale con maggiori potenzialità di raggiungere le età più giovani, con Avvenire possiamo conservare il rapporto con chi ancora non si è familiarizzato con Internet. E poi ci sono anche radio e tv che fanno riferimento alla diocesi e che per fortuna sono ben radicate. Il progetto ha permesso l’avvio della collaborazione tra tutti questi media, che fino a poco tempo fa lavoravano ciascuno per conto proprio. La strada non sarà breve, ma la buona volontà non manca.

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