Papa Francesco ha scelto il cardinale Gualtiero Bassetti per le meditazioni della Via Crucis del Venerdì Santo, che si svolgerà al Colosseo il 25 marzo prossimo.

L’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve ha sviluppato nelle 14 stazioni il tema della sofferenza dell’uomo di oggi, della famiglia e delle persecuzioni, sul filo conduttore dell’amore e del perdono.

Il cardinale Gualtiero Bassetti
Il cardinale Gualtiero Bassetti

«La Via Crucis è quella tradizionale – ha dichiarato il cardinale Bassetti in un’intervista a Radio Vaticana – che si innesta sulla meditazione sulla Parola di Dio con una riflessione attenta anche su quanto sta avvenendo nel mondo, soprattutto nei luoghi in cui si soffre per la guerra, la povertà e dove viene violata anche quotidianamente la dignità della persona umana, perché Gesù vive la sua passione personalmente, però la rivive anche nell’umanità».

Per la Via Crucis di quest’anno Bassetti si ispirato «a un’opera di un autore molto caro all’Umbria, il Perugino» e la meditazione, pur sulle tradizionali stazioni della Via Crucis, fa dei riferimenti al presente «che purtroppo non è privo di croci. Ho cercato di leggere il dolore proprio alla luce del grande amore di Dio per l’umanità, perché altrimenti il dolore non ha senso. Il dolore si può leggere solo alla luce dell’amore di Dio. E nell’Anno della Misericordia è chiaro che l’orizzonte della mia Via Crucis non può essere che quello dell’amore e del perdono».

Tra i temi sviluppati, come accennato, ci sarà un’attenzione particolare alla famiglia: «La IV stazione è quella in cui Gesù incontra sua Madre – ha affermato Bassetti – ed è stata per me di una intensità unica». Quindi, «la situazione drammatica dei giovani di oggi che stanno perdendo il senso della vita e questo porta anche a drammi, a insicurezze».

In uno degli appuntamenti più intensi dell’Anno liturgico – e seguito in tutto il mondo, in diretta tv – da parte dell’Arcivescovo incaricato dal Pontefice non mancherà inoltre il riferimento al dramma dei cristiani perseguitati.

«Meditando la morte di Gesù in Croce anche con una breve poesia di David Maria Turoldo che rimanda all’assoluta solitudine di Gesù – spiega il presule al quotidiano Avvenire – non si possono non richiamare le tribolazioni e le vessazioni che i cristiani subiscono nel mondo contemporaneo. In questo momento, in molte zone della terra, tanti nostri fratelli stanno vivendo nella propria carne la Passione di Cristo. I martiri del XXI secolo sono, indubbiamente, gli apostoli di oggi».

Un rimando che non tradisce il motto episcopale del cardinale «In charitate fundati», a sintetizzare lo stile di questo Pastore della Chiesa universale chiamato da papa Francesco a far parte del Collegio Cardinalizio durante il Concistoro del 22 febbraio 2014. Gualtiero Bassetti, infatti, da sempre è al servizio degli “ultimi” continuando a far sentire la concreta vicinanza della Chiesa di Cristo alle persone in difficoltà, disagiate, emarginate e sofferenti: gli «scarti della società», come più volte li ha definiti Bergoglio.

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