«Ero adolescente e, mentre aiutavo mio padre nei campi, sono rimasta intrappolata sotto le ruoto del nostro trattore». Non è facile raccontare la propria vita privata, tanto quanto affrontare le conseguenze di un grave incidente e riuscire a farlo diventare una testimonianza per il prossimo. Le parole di Laura Rogani, rappresentante del Gruppo politiche femminili dell’Anmil (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro) hanno concluso la conferenza di presentazione dello studio «Il vecchio e il nuovo» sul lavoro e la tutela delle donne negli ultimi 50 anni.
Svoltosi questa mattina, lunedì 7 marzo, presso la Sala convegni della sede Inail di Macerata, l’incontro promosso dall’Anmil in occasione della Giornata della donna ha visto la partecipazione di Silvano Mercuri, presidente territoriale dell’Associazione; di Fabio Valente Pietrosanto, direttore Inail; della dottoressa Lucia Isolani, responsabile scientifico del Servizio prevenzione sicurezza ambienti dilavoro; del legale Laura Moretti; e dell’assistente sociale Inail, Edward Breda. In platea, anche la presidente del Consiglio delle donne, Ninfa Contigiani (leggi qui la presentazione dell’evento).
«Per l’Anmil la cultura del lavoro è essenzialmente cultura di progresso – ha affermato, nel suo saluto introduttivo, il presidente Mercuri -, ciò anche grazie al lavoro del Gruppo donne per le politiche femminili, composto a livello nazionale da donne infortunate e da vedove di caduti sul lavoro. Il nostro auspicio – ha aggiunto Mercuri – è che gli studi da noi condotti e le iniziative realizzate a livello nazionale e sui territori contribuiscano a creare una maggiore consapevolezza sociale dei diritti che dovrebbero essere garantiti a tutti i cittadini».
Lo studio, distribuito ai presenti sia in formato carteceo, che in quello digitale, grazie al lavoro compiuto dagli esperti dell’Anmil, Franco D’Amico e Maria Giovannone, analizza l’evoluzione del fenomeno infortunistico al femminile insieme a quello della tutela assicurativa e consente di comprendere quale direzione sia più opportuno imprimere al Testo unico sugli infortuni (risalente al 1965), anche alla luce delle mutate condizioni lavorative e delle esigenze di una società in cui il ruolo delle donne nell’economia è diventato sempre più importante (soprattutto nel passaggio dall’agricoltura – come nel caso della signora Rogani – all’industria o al terziario).
Il boom economico, ad esempio, fece registrare cifre record nel campo degli infortuni: nel 1963 si contarono complessivamente circa 1,6 milioni di infortuni e 4.600 morti per incidenti sul lavoro, il picco più alto della storia repubblicana.
Infine, è importante sottolineare come le storie inserite nel volume appartengono a varie generazioni e zone d’Italia, con le quali si possono confrontare le differenze delle condizioni lavorative e delle tutele dal punto di vista normativo, statistico, psicologico e delle dinamiche sociali interagenti.
Di seguito, le interviste rilasciate a Radio Nuova Macerata da Laura Rogani, Silvano Mercuri e dall’avvocata Laura Moretti.
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