Si è concluso ieri sera, lunedì 14 marzo, il ciclo dei Quaresimali tenuto da monsignor Nazzareno Marconi. Nei sei appuntamenti il vescovo ha svolto le sue lectio in cattedrale e nelle cinque concattedrali delle vicarie di Recanati, Tolentino, Cingoli e Treia. Le riflessioni hanno approfondito i momenti che scandiscono il Sacramento della Riconciliazione, una pratica, come monsignor Marconi ha avuto modo di sottolineare ripetutamente, che «se fatta bene cambia il cuore di chi la vive con fede».

Oltre ai tanti che ogni volta hanno partecipato agli incontri, la rete dei media diocesani ha permesso di raggiungere molte persone direttamente a casa propria. Gli appuntamenti infatti sono strati trasmessi in streaming sul sito della Diocesi e in televisione attraverso i canali di èTv Macerata, mentre Radio Nuova Macerata ha diffuso l’audio integrale in differita ogni mercoledì successivo.

In occasione dell’ultimo quaresimale il Vescovo ha evidenziato le caratteristiche della fase  che conclude la confessione, la “soddisfazione sacramentale”, più comunemente chiamata “penitenza”. Introdotti dal brano di Giovanni in cui Pietro è chiamato a rispondere a Cristo riguardo il suo amore per Lui (Gv 21, 15-19), il vescovo ha iniziato spiegando come il rito veniva svolto nei primi secoli secoli: «era rappresentato da un vero e proprio itinerario che il penitente compiva in forma pubblica e sotto la guida della Chiesa. Come per preparasi al battesimo c’era un cammino di preparazione, così per prepararsi a ricevere il perdono si svolgeva un cammino penitenziale, fatto poche volte nell’arco della vita e che durava diverso tempo». L’aspetto pubblico della penitenza era giustificato dal fatto che ogni peccato è bivalente: contro Dio e contro gli altri; quindi i fattori determinanti per ottenere il perdono erano la preghiera (rivolta a Dio) e le opere di carità (in favore dei fratelli).

«L’idea di fondo – ha detto – era che il peccato avesse bloccato il cuore del peccatore non più capace di amare e che questi doveva essere aiutato a ricominciare ad amare Dio e i fratelli. Questo corrisponde al cammino che Gesù fa fare a Pietro dopo che lui lo aveva rinnegato».

La Chiesa primitiva anteponeva la penitenza al perdono, ma nel Vangelo il perdono arriva prima. È sempre un atto straordinario di bontà di Dio nei nostri confronti. Oggi il perdono precede la penitenza, perché questa non è determinante ai fini della Misericordia di Dio: «È – dice il Vescovo – un percorso di guarigione del cuore e non di pagamento della colpa, perché un peccato contro Dio chi può pagarlo? L’assoluzione quindi perdona il peccato, la penitenza seguente, se non svolta, non cancella il perdono, aggiunge un peccato nuovo: quello dell’ingratitudine». Vista in quest’ottica, la penitenza assume sempre più l’aspetto di un percorso di guarigione, una “medicina del cuore”.

In conclusione il vescovo ha evidenziato i collegamenti con l’indulgenza plenaria che in quest’anno giubilare tutti i fedeli hanno la possibilità di acquisire: «Anche questa rappresenta una gran medicina per lo Spirito. Se l’assoluzione ci perdona la colpa e la penitenza ci cura dalle conseguenze del peccato, potremmo dire che l’indulgenza del Giubileo è una cura ancora più forte e radicale».

Monsignor Marconi ha voluto chiudere l’intero ciclo di catechesi invitando i fedeli ad apprezzare il “sacramento della Misericordia”: «Ci tenevo a compiere tutto il cammino, perché credo che riflettere su questo sacramento così bello e così prezioso sia importante, per noi confessori e per quanti ricevono il perdono dalle mani dei preti», e ha aggiunto un augurio: «Che il Signore doni a tutti noi di scoprire la grandezza di questo sacramento e ci renda profondamente grati a Lui e alla Chiesa che ce lo amministra».

La sesta ed ultima lectio quaresimale verrà riproposta domani sera, mercoledì 16 marzo, alle 21 sulle frequenze di Radio Nuova Macerata.

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Ecco il video integrale

https://youtu.be/kSMoCyLHprI

Leggi gli articoli dedicati ai quaresimali: (l’esame di coscienzail dolore dei peccati e il proposito di non peccare più, l’accusa dei peccati, l’assoluzione)

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