Tradizionale appuntamento pasquale con il coro polifonico «Città di Tolentino» che sotto la direzione di Aldo Cicconofri eseguirà, sabato 19 marzo alle 18 (ingresso libero) alla chiesa di Santa Maria della Tempesta, lo «Stabat Mater» di Gioacchino Rossini per soli, coro e pianoforte a quattro mani, nella trascrizione di Carl Czerny.

L’esecuzione della sequenza liturgica rossiniana avviene per dare seguito ai festeggiamenti organizzati a Pesaro, città natale di Rossini, in occasione del suo compleanno (29 febbraio) e nella ricorrenza del duecentesimo dalla prima rappresentazione del «Barbiere di Siviglia». Oltre al coro, diretto da Aldo Cicconofri, si esibiranno come solisti i soprani Anastasia Petrova ed Ekaterine Mazmishvili, il tenore Fu Schuangzai, il basso Gianluca Gambini e, al pianoforte a quattro mani, Marco Scolastra e Narek Gevorgyan.

La composizione rossiniana per coro e orchestra (insieme alla Petite Messe Solennelle) ruppe quel “silenzio” di Rossini che iniziò dopo il Guiglielmo Tell (1829) e durò fino alla morte del compositore (1868). Fu la frequentazione degli ambienti della finanza parigina a creare l’occasione per la composizione dello Stabat e in particolare l’incontro col banchiere Alejandro Aguado, che lo invitò a visitare con lui la Spagna.

Gioacchino Rossini
Gioacchino Rossini

Qui il compositore, preceduto dalla propria fama, fu oggetto di continue richieste musicali in particolare da parte della famiglia reale. Ma fu il commissario generale della Santa Cruzada, padre Manuel Fernandez Varela, a presentare la richiesta più impegnativa: attraverso l’intercessione di Aguado convinse Rossini a mettere in musica la sequenza di Jacopone da Todi, a patto che rimanesse nell’ambito della cappella del Valera e non fosse mai data alle stampe.

Morto padre Varela nel 1837, la partitura fu venduta e recuperata dopo vari passaggi dall’editore francese Aulagnier nel 1841. Egli interpellò Rossini riguardo la possibilità di stampare l’opera: il compositore fu perentorio e ne vietò la pubblicazione. La possibilità, però, che una composizione completata in tutta fretta e di cui solo sei pezzi erano propri finisse con l’essere in qualche modo data alle stampe, spinse Rossini a rivedere e completare la partitura, d’accordo anche con il proprio editore Troupenas. La prima della nuova versione ebbe luogo il 7 gennaio 1842 e fu un notevole successo di pubblico, di stampa e di critica. Rossini, rimasto a Bologna, acconsentì a un’esecuzione solenne nella città, curandola anche personalmente, e che sarebbe stata diretta da Gaetano Donizzetti.

Da allora lo Stabat Mater cominciò a circolare in tutta Europa. Il componimento di Jacopone di Todi, accompagnata dalle musiche di Rossini, è una composizione potente che esalta la Resurrezione del corpo di Gesù, come è testimoniato dall’inizio e dal finale della struttura:

«Sostava la Madre addolorata, piangendo sotto la croce, da cui pendeva il Figlio. La sua anima gemente, rattristata e dolente, penetrò una spada… Fa’ che sia protetto dalla croce, e premunito dalla morte di Cristo, possa consolarmi della grazia. Quando il corpo morirà fa’ che all’anima sia donata la gloria del paradiso. Così sia».

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