«Clima teso, preoccupato e alcuni cambiamenti nelle modalità di lavoro». La vita a Bruxelles, il giorno dopo gli attentati all’aeroporto e alla metro in cui, finora, oltre alle centinaia di feriti, risultano essere rimaste uccise 31 persone.
Elisabetta Bordoni, trentenne maceratese, vive in questo periodo nella Capitale europea insieme al marito e sta svolgendo uno stage al Parlamento Europeo. L’abbiamo intervistata per cercare di capire che cosa ha provato di fronte ai gravissimi fatti di terrorismo e qual’è la sua predisposizione verso il futuro. Dal suo racconto è chiara la tensione e la preoccupazione tra la popolazione, legata anche al fatto che gli spostamenti sono in grandissima parte effettuati con la metro. Lei, oggi, è stata invitata a lavorare da casa se non è strettamente necessario andare nel posto di lavoro, considerando anche che è l’ultimo giorno prima della chiusura per Pasqua. Ciò che trapela con forza dalle parole della nostra conterranea è una forte volontà a volere andare avanti: «Si continua a vivere – sostiene Elisabetta – bisogna continuare a vivere. Non credo sia il caso di farsi prendere dalla paura, del resto tutte le città europee sono a rischio. Comunque non penso che l’Europa perderà la battaglia contro il terrorismo».
Ascolta l’intervista completa rilasciata a Radio Nuova Macerata:
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