«Il Vangelo è Vangelo della Misericordia perché Gesù è la misericordia». Con queste parole il Papa – dopo aver concluso mercoledì scorso le catechesi sulla misericordia nell’Antico Testamento – ha cominciato oggi un ciclo di catechesi sul rapporto tra Gesù e misericordia, su «come Gesù l’ha portata a pieno compimento».Gesù «non ha avuto vergogna» di farsi battezzare nel Giordano: «si è messo in fila con i peccatori», ha fatto notare Francesco, e il suo battesimo è stato «l’inizio del tempo della misericordia per tutta l’umanità».
Ha portato amore.
«Tutto quanto Gesù ha compiuto dopo il battesimo è stato la realizzazione del programma iniziale: portare a tutti l’amore di Dio che salva, farsi prossimi agli ultimi, comunicando loro la misericordia di Dio che è perdono, gioia, vita nuova», ha spiegato Francesco: «Gesù non ha portato l’odio, non ha portato l’inimicizia; ci ha portato l’amore! Un amore grande, un cuore aperto per tutti, per tutti noi! Un amore che salva», ha aggiunto a braccio. E ancora, fuori testo: «Quante volte noi diciamo: “Ma, questo è un peccatore, ha fatto quello e quello…”, e giudichiamo gli altri. E tu? Ognuno di noi dovrebbe domandarsi: “Sì, quello è un peccatore. E io?”». «Tutti siamo peccatori, ma tutti siamo perdonati: tutti abbiamo la possibilità di ricevere questo perdono che è la misericordia di Dio – ha assicurato Francesco -. Non dobbiamo temere di riconoscerci peccatori, confessarci peccatori, perché ogni peccato è stato portato dal Figlio sulla Croce. E quando noi lo confessiamo pentiti, affidandoci a Lui, siamo certi di essere perdonati».
«Il sacramento della Riconciliazione
rende attuale per ognuno la forza del perdono che scaturisce dalla Croce e rinnova nella nostra vita la grazia della misericordia che Gesù ci ha acquistato!», ha esclamato il Papa. Non dobbiamo temere le nostre miserie: ognuno di noi ha le proprie ma la potenza d’amore del Crocifisso non conosce ostacoli e non si esaurisce mai. E questa misericordia cancella le nostre miserie. Il Vangelo della misericordia, ha concluso il Papa, «trasforma, fa entrare nel cuore di Dio, che ci rende capaci di perdonare e di guardare il mondo con più bontà».
Durante l’udienza, Francesco ha salutato anche Elizabeth (Lizzy) Myers,
la bambina dell’Ohio affetta da una malattia genetica rara (Sindrome di Usher – Tipo B) che presto la renderà cieca e sorda. La piccola Lizzy, mercoledì scorso, non era riuscita a incontrare il Papa, a causa della perdita di una coincidenza aerea negli Stati Uniti. Così Francesco ha “rimediato” oggi, soffermandosi a parlare con la bambina e i suoi genitori e toccandole gli occhi e le orecchie. Nel momento del congedo dalla piazza, gremita di circa 25mila persone, il Papa ha lanciato infine un appello per lo sport come «linguaggio universale, che avvicina i popoli e può contribuire a far incontrare le persone e superare i conflitti». L’occasione è la terza Giornata mondiale dello sport per la pace e lo sviluppo, indetta dalle Nazioni Unite, che si celebra oggi, giovedì 6 aprile. «Incoraggio a vivere la dimensione sportiva come palestra di virtù nella crescita integrale degli individui e delle comunità», l’esortazione di Francesco.
M. Michela Nicolais