«Amoris Laetitia», l’esortazione apostolica pubblicata l’8 aprile è un dono speciale di papa Francesco per gli uomini e le donne di tutto il mondo. Un regalo grande perché fatto da chi ama profondamente l’uomo e per lui desidera tutto il bene possibile. Un dono che non comprenderemo se non dopo averlo gustato nel profondo della sua complessità.

Ci sono voluti due Sinodi per arrivare a questa esortazione: documento tanto atteso e desiderato. Un percorso lungo e ricco, anzi ricchissimo di contributi, come una sinfonia che racchiude le differenti note che costituiscono la Chiesa. Un tempo di ascolto e di preghiera che ha avuto come comune denominatore il camminare insieme: delle famiglie, delle chiese locali, dei movimenti e delle associazioni invitate con i due questionari ad offrire riflessioni sulla realtà familiare.

Molto sarà detto e commentato sull’esortazione. Qualcosa, però, è stata chiara sin dai primi giorni del Sinodo dell’ottobre 2014. Papa Francesco ha richiamato tutti a mettersi in umile ascolto, a camminare insieme, ad esprimersi con parresìa e lo stile sinodale scelto ha comunicato molto più delle parole. Uno stile che profuma di attenzione per l’uomo, prima che per le idee; odora di pecore e di pastori che abbracciano il loro gregge; fa gustare una presenza incarnata, spesso nascosta da leggi o comandi.

Proprio sullo stile di papa Francesco, proviamo a riflettere globalmente sul documento, con qualche parola di sintesi, tratte dall’VIII capitolo dell’esortazione.

La prima è accompagnare. In molti suoi interventi il papa ha messo in guardia dal rischio dell’individualismo, rischio che corre anche la coppia che resta rinchiusa nel suo nido. Ha invitato ad abbracciare l’esempio di Gesù che si mette a fianco dei discepoli di Emmaus. Il viandante che avvicina i due li ascolta, li fa parlare, pone loro domande. Si fa prossimo, in modo silenzioso. Il richiamo è a mettersi in ascolto della famiglia e di tutte le persone che nella famiglia vivono (adulti, giovani, anziani) e che stanno attraversando l’esperienza del buio, della malattia, della fatica e della lontananza. È un partire dalle periferie delle nostre esistenze per raggiungere il centro, che è Gesù.

Sin dall’inizio lo stile è stato esplicito, anche se l’attenzione dei media si è centrata sulle soluzioni facili che papa Francesco avrebbe dovuto trovare per separati e divorziati. Ci si aspettava molto. Ora è chiaro che la strada da seguire è l’integrazione e va percorsa senza giudizi e preconcetti, nell’orizzonte della legge della gradualità di cui parlava san Giovanni Paolo II nella Familiaris Consortio. Non esiste “la famiglia perfetta” ogni realtà familiare ha in sè il germe dell’amore da far crescere e sviluppare, ma i tempi e le situazioni sono diversi; di conseguenza occorre puntare a costruire cammini comuni di crescita che aiutino gli uomini e le donne di oggi a fuggire l’individualismo sfrenato che spinge ad un confronto solo virtuale, con social media e modelli lontani dalla realtà. Camminare insieme riconoscendo nell’altro la presenza di un Dio che ama l’uomo così com’è, lo accoglie nelle sue fragilità, gli tende la mano per rialzarlo e sa aspettare. Camminare insieme avendo come guida l’unico Maestro.

Un passo ulteriore di conoscenza dell’esortazione ci è dato da un’altra parola: discernere. È implorare la luce dello Spirito per poter avere uno sguardo che si lascia illuminare dalla Parola e diviene capace di cogliere la via da percorrere in quel momento o la decisione da prendere. Infatti tutti siamo chiamati «ad un responsabile discernimento personale e pastorale» per il bene nostro, della nostra famiglia e della comunità in cui viviamo.

Tantissimo c’è da dire su queste numerose pagine così semplici, immediate che parlano di vocazione all’amore e alla famiglia, di educazione dei figli, di fecondità, di spiritualità coniugale; pagine che trasudano speranza e bellezza. Ciò che non si troverà è invece una sequenza di norme: papa Francesco incoraggia a partire dalle periferie per arrivare al centro, con passi sicuri, ma graduali, per godere appieno della gioia dell’amore ed imparare a custodirla.

«Questa Esortazione acquista un significato speciale nel contesto di questo Anno Giubilare della Misericordia. In primo luogo, perché la intendo come una proposta per le famiglie cristiane, che le stimoli a stimare i doni del matrimonio e della famiglia, e a mantenere un amore forte e pieno di valori quali la generosità, l’impegno, la fedeltà e la pazienza. In secondo luogo, perché si propone di incoraggiare tutti ad essere segni di misericordia e di vicinanza lì dove la vita familiare non si realizza perfettamente o non si svolge con pace e gioia». (papa Francesco, Amoris Laetitia, n.5).

Sono le prime righe dell’esortazione e al tempo stesso sono anche un mandato, per tutti gli uomini e le donne di buona volontà!

Pope-Francis-writing-740x493

Lascia un commento

  • La Foto (141)
  • Lavoro (175)
  • Macerata (1.504)
  • MenSana (27)
  • Missioni (22)
  • Mondo (1)
  • Montefano (12)
  • Musica (20)
  • News (2.978)
  • Politica (81)
  • Pollenza (47)
  • Pop Corn (31)
  • Programmi (23)
  • Quaresima (57)
  • Recanati (591)
  • Regione (314)
  • Reportage (28)
  • Rubriche (16)
  • Rugby (16)
  • Salute (240)
  • Scuola (417)
  • Sinodo (3)
  • Sisma (292)
  • Social (591)
  • Società (1.193)
  • Sport (531)
  • Tolentino (407)
  • Treia (272)
  • Unimc (253)
  • Video (2.023)
  • Volley (234)