Tre giorni di vita comune per i giovani della Federazione Universitaria Cattolica Italiana “Leopoldo Elia” di Macerata presso il Monastero delle suore Domenicane di Macerata. Dal 19 al 21 aprile, le giornate “fucine” sono state dedicate all’analisi e all’approfondimento dell‘Apocalisse di san Giovanni attraverso l’ausilio delle preziose riflessioni di don Piero Tantucci.
Il vero senso dell’Apocalisse è la rivelazione del viaggio dell’uomo, che, nato per il bene, è messo in movimento dal desiderio di conoscersi in quanto creatura fatta ad immagine e somiglianza di Dio. Dalle riflessioni di don Tantucci è emersa in particolare l’attualità di questo testo della Bibbia, che può apparire di difficile comprensione, ma che, in realtà, parla delle relazione che abbiamo con gli altri, sottolineando l’importanza dell’affettività di ciascuno attraverso le proprie originali modalità di pensare ed agire nella realtà quotidiana.
Il testo dell’Apocalisse parla della relazione che abbiamo con gli altri
Oggi, infatti, le relazioni umane non sono mai semplici, è necessario un cambiamento radicale, costruire nuove mentalità che siano capaci di accogliere l’altro in maniera autentica e disinteressata e, come dice la Bibbia, raggiungere la nascita di un “uomo nuovo”: “L’amore posto nell’uomo dall’Amore divino, l’anelito a divenire uomini amati, per amare per sempre. Il viaggio verso la propria nascita, frutto di uno sguardo tenero e forte, capace di generare la capacità di leggere la realtà con occhi umanissimi, a nessuno negando briciole di fiducia, di speranza e di amore, prolungando sugli altri lo sguardo di Dio su di noi”.
La nascita di un “uomo nuovo” per prolungare sugli altri lo sguardo di Dio
Dai vari testi analizzati, in particolare, l’attenzione del gruppo si è focalizzata su una parola che nell’Apocalisse viene ripetuta spesso: ascoltare. L’ascolto è ciò che aiuta l’essere umano a custodire la Speranza, altro tema fondamentale dell’Apocalisse. Inoltre, l’ascolto conduce il viaggio dell’uomo alla realizzazione della vera verità, al diventare cura al proprio bisogno, al bisogno dell’altro e dell’ambiente.