Nato sotto il segno delle donne. Il progetto “Mamme… in uscita” è stato presentato oggi, 29 aprile, come ideale e concreta prosecuzione delle finalità promosse dall’associazione Piombini Sensini onlus di Macerata: accoglienza, protezione e cura. Ideale, in quanto si garantirà la presenza di figure educative a fianco di madri con figli minorenni a carico che, dopo un percorso di comunità residenziale, si accingeranno al reinserimento sociale. Concreto perché in un edificio situato in corso Cavour, recentemente strutturato, è stato possibile realizzare tre mini appartamenti in cui le stesse mamme, con uno, due o tre figli, potranno sperimentare nella quotidianità il ritorno a una dimensione familiare.

Le interviste a Carla Maria Francalancia e ad Andrea Marangoni dell’associazione Piombini Sensini:
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A sottolineare l’accento rosa posto il sogno e la realtà di un progetto che prende forma, in primo luogo, accompagnata dal referente Andrea Marangoni, la presidente dell’associazione, Carla Maria Francalancia, alla quale si è aggiunta la partecipazione della professoressa Anna Ascenzi, docente di Storia dell’educazione e letteratura per l’infanzia dell’Università di Macerata, nonché rappresentante della Fondazione Girolamo Colonna. Una collaborazione fondamentale quella con la Fondazione guidata, tra l’altro, da un’altra donna, la signora Gabriela Campugiani, moglie del compianto Girolamo, ingegnere maceratese trasferitosi a Milano nella metà del secolo scorso e deceduto nel 2003.

A rappresentare la Fondazione (nata nel 2013), il figlio Nicola, il quale ha voluto sottolineare la comunione d’intenti con l’associazione Piombini Sensini e la velocità con la quale, grazie anche alla professionalità del proprio comitato scientifico, del quale fa parte la stessa prof. Ascenzi, oltre al dottor Gianni Giuli, del Sert di Macerata, al pediatra Pierfrancesco Gentilucci e al dottor Marino Miccini. Importante per la realizzazione degli obiettivi di “Mamme… in uscita” anche la collaborazione dell’avvocato Manuel Seri e, con lui, dell’ingegner Flavio Orazi. A loro si aggiungono le aziende Sifra di Pollenza e Giessegi di Appignano per gli arredi di ciascuno dei micro alloggi.

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Peculiarità del progetto è il suo modello organizzativo
, realizzato in collaborazione con i Servizi Sociali territorialmente competenti, nel rispetto delle eventuali prescrizioni dell’Autorità giudiziari. Tre sono le figure professionali previste: un responsabile del servizio, un coordinatore dei percorsi dei diversi nuclei e un’educatrice di riferimento. La figura educativa è presente alcune ore al giorno per sostenere le madri nell’organizzazione degli impegni quotidiani, nella cura dei figli e nella gestione della casa, recuperando, appunto, una dimensione realmente familiare. La permanenza negli alloggi di semi-autonomia è prevista per un periodo di massimo 12 mesi, salvo diverse disposizioni delle autorità competenti. Importante sarà anche il coinvolgimento delle realtà locali e il sistema di monitoraggio.

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