Fare il punto sugli stati di emergenza che hanno colpito la Regione Marche (compreso quello richiesto in seguito alle precipitazioni del 23 marzo, che hanno colpito tutta la regione, ma in particolare il fermano, l’ascolano e il maceratese) e valutare ipotesi collaborative future tra il Dipartimento nazionale di Protezione civile e le istituzioni regionali. Sono gli argomenti all’ordine del giorno dell’incontro tra Protezione Civile nazionale e Regione Marche, svoltosi ieri, mercoledì 11 maggio, ad Ancona.

Il capo del Dipartimento, Fabrizio Curcio, è stato accolto, con il suo staff, nella sala operativa regionale dal presidente Luca Ceriscioli, dal segretario generale Fabrizio Costa, dall’assessore Angelo Sciapichetti e dal dirigente Cesare Spuri. Durante la giornata i vertici del dipartimento nazionale di Protezione civile sono stati impegnati anche in incontri con il Prefetto, l’Anci Regionale e il rettore dell’Università Politecnica delle Marche.

«Nell’ottica della collaborazione sempre presente tra il Dipartimento e la Regione Marche – ha detto il Ceriscioli – ci siamo positivamente confrontati sul progetto di realizzazione di un polo funzionale presso l’Interporto, per il quale il Dipartimento ha manifestato interesse anche in relazione alle necessità logistiche nazionali e internazionali». Molto si è parlato degli impegni sul fronte europeo, anche in relazione alla possibilità per la Regione Marche di diventare partner di un progetto nella Regione Medio Balcanica, una opzione che le marche si sono rese disponibili ad approfondire in termini di risorse umane, strumentali ed economiche.

«La Regione Marche è stata motore della nascita e della crescita del Servizio di protezione civile italiano e auspichiamo continui a esserlo anche nel prossimo futuro», ha affermato Curcio. «Numerosi sono i progetti finanziati e realizzati negli anni – come il Posto Medico Avanzato che ha operato, nell’ambito del Meccanismo europeo di protezione civile, anche nel 2013 nelle Filippine colpite dal ciclone Hayan – progetti ai quali guardiamo come esempi non solo sul territorio nazionale, ma anche a livello internazionale. La giornata di lavoro è servita per fare il punto non solo di dove siamo oggi – ha aggiunto -, ma di dove vogliamo andare domani, consapevoli che le richieste e le aspettative dei cittadini e delle comunità sono altissime e in costante evoluzione”.

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