Il desiderio di farsi prossimi e, come invita papa Francesco, spingersi verso ogni «periferia esistenziale» per abbracciare, comprendere e sostenere quanti vivono nel disagio. Quando il linguaggio sulla povertà sembrava aver perso appeal è stato il “provvidenziale” Pontefice argentino a richiamare l’attenzione sui temi dell’emarginazione e di quella «cultura dello scarto» più volte ripresa da Bergoglio, che, fin dall’inizio del suo ministero, ha auspicato «una Chiesa povera per i poveri».

Nasce dunque così il progetto «Missio Giovani» che, nel contesto della Diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, coinvolge laici e religiosi, per dare vita ad un coordinamento di ampio respiro e che, a fine mese, vedrà in un grande evento di piazza l’autentica concretizzazione di un “sogno”. A spiegare il senso e la finalità di questa realtà è Annamaria Cacciamani, consacrata nell’Ordo Virginum, da sempre vicina al mondo missionario e ai contesti giovanili e impegnata in prima persona nell’équipe missionaria.

In concomitanza con l’intervista, Emmausonline inaugura inoltre la nuova, omonima rubrica (da cui presto scaturirà una pubblicazione cartacea) dedicata proprio ai diversi “volti” che compongo questo mosaico di esperienze e impegno gratuito, con l’intento di conoscere, di volta in volta, una solidarietà fatta persona destinata a crescere oltre ogni confine…

Per i non “addetti ai lavori”… cos’è nello specifico «Missio Giovani» e chi coinvolge questo progetto?
Cerco di spiegarlo partendo da un’immagine, quella di un abbraccio. Perchè «MissioGiovani» è, prima di tutto, questo: due braccia aperte sul mondo della povertà e della vita tradita, due braccia aperte verso il basso che si prolungano ad incontrare altre braccia tese in segno di aiuto. Questo progetto a cui stiamo dando forma costituisce il desiderio, tutto missionario, di andare verso l’altro, un desiderio che nasce dall’amore che porta ogni uomo a considerare l’altro come un fratello e a volere il suo bene. «Missio Giovani» rappresenta l’abbraccio dell’uomo verso un altro uomo, ma è anche quello di Dio che protende le sue braccia verso di noi, che piccoli e fragili riconosciamo di essere eternamente bisognosi della sua presenza di Padre. Questo è il “fotogramma” che dà voce e volto al Gruppo di coordinamento diocesano del Centro Missionario, denominato «Missio Giovani» appunto, che si occupa di promuovere iniziative di sensibilità, animazione e servizio missionario, rivolte, in particolar modo, ai ragazzi.

(foto Laura Sassaroli)
(foto Laura Sassaroli)

Esattamente, l’idea quando ha iniziato a prender vita?
Il progetto è stato ideato nel giugno 2014 quando, durante una celebrazione al convento di Forano, circa venticinque giovani si sono ritrovati per ricevere il mandato missionario estivo dal Provinciale dei Frati Minori, padre Ferdinando Campana. Da quell’incontro ricco e commovente di comunione si è sviluppata l’idea, condivisa poi con il vescovo Nazzareno Marconi, di provare a creare uno “spazio giovane” all’interno del Centro missionario diocesano per conoscere, condividere, animare e coordinare le iniziative e le esperienze proposte dalle varie realtà diocesane impegnate sul fronte della solidarietà. Da quel giorno, è iniziato uno straordinario cammino che continua a stupire per primi noi, spesso ignari “ponti”, che ci accorgiamo di quanto grande sia lo spirito missionario della nostra Chiesa.

«Questo progetto a cui stiamo dando forma costituisce il desiderio, tutto missionario, di andare verso l’altro, un desiderio che nasce dall’amore che porta ogni uomo a considerare l’altro come un fratello e a volere il suo bene», spiega Annamaria Cacciamani

Quali sono le linee guida da seguire?
Il Gruppo di coordinamento diocesano cammina su quattro piste fondamentali, dettate da una finalità prioritaria: fare comunione in una Chiesa che è missionaria in quanto popolo di Dio che cammina insieme per annunciare dovunque la Parola che salva. Come realizzare insieme tutto ciò? Ecco alcune parole (e binomi) che ci aiutano. Rete dei gruppi esistenti, con momenti di condivisione delle esperienze dei vari gruppi, delle iniziative, delle esigenze e dei sogni per la missione; formazione e conoscenza della presenza di migranti nel territorio, anche in collaborazione con la Caritas diocesana e il Centro di Ascolto, della realtà salesiana e di Missio nazionale; allenamento, attraverso la Giornata dei Migrantes e le esperienze estive di animazione missionaria; spiritualità, con eventi da proporre a tutta la Chiesa diocesana e momenti di preghiera condivisi nei tempi liturgici più significativi.

Volendo descrivere i numeri e i nomi che danno voce alle realtà diocesane che si prestano al volontariato legato alle missioni?
L’équipe missionaria giovani – formatasi ufficialmente nel 2015 – è guidata da don Alberto Forconi e padre Alberto Panichella, con la collaborazione di alcuni giovani che, da un anno ormai, si stanno appunto impegnando per far conoscere e crescere lo spirito di «Missio Giovani» in tutto l’ambito diocesano. Oltre alla sottoscritta, vorrei ricordare la dedizione di Maria Chiara Tarulli, Leonardo Giusti, Laura Sassaroli e Roberta Savoretti. Si tratta di ragazzi che provengono da diverse parrocchie e da vari servizi associativi, come, ad esempio, l’Azione cattolica, l’Opera salesiana, gli scout, e che condividono la necessità di spendersi per un volto sempre più missionario e giovane della Chiesa. Attraverso un primo “viaggio” nel territorio diocesano si sono incontrate le diverse associazioni e realtà missionarie. Sono davvero tante le esperienze che, da anni, stanno animando e operando in Diocesi. Tanti i Paesi del mondo toccati, incontrati e sostenuti. Dal Brasile, all’India, all’Africa: una terra immensa, che scoperta, fa sentire la forza di una solidarietà senza confini. Queste le associazioni coinvolte: Amici del Brasile Onlus, Apurimac Onlus, Bondeko Onlus, M.g.s.- Ser.mi.g.o. «Don Ennio Borgogna» Onlus, Mission Possible, Eumega, Missioni estere Cappuccini Onlus, Please sound diritti per tutti-Onlus, Sermit Onlus, Ser.Mi.r.r.Onlus e Seminario Missionario «Redemptoris Mater». Accanto alle associazioni, figurano i diversi gruppi missionari parrocchiali di Macerata (Santa Croce, Santa Madre di Dio e San Francesco) che con lavoro umile e paziente sostengono anche e soprattutto nella preghiera l’opera di tutta la Chiesa.

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Un altro scatto delle esperienze missionarie svolte in questi anni. Secondo da sinistra, si riconosce padre Alberto Panichella, impegnato per lungo tempo in Brasile

Dai fatti alle parole, è il caso di dire: per presentare tutte le realtà che si adoperano nel mondo missionario sta per uscire un testo…
Siamo davvero soddisfatti di questo lavoro. È stato un processo lungo ma davvero necessario e arricchente. Il primo passo è stato quello di contattare tutte le associazioni, proprio per iniziare un vero lavoro di rete e conoscenza: a ciascuna abbiamo chiesto di inviarci “pezzi autentici e unici” della loro storia, del loro impegno, delle loro fatiche, dei loro sogni. Da questo incipit è derivato, con lavoro certosino, un vero e proprio strumento, davvero interessante: le pagine del testo, infatti, raccolgono e raccontano la vita spesso nascosta, a volte profonda e non sempre accessibile a tutti di tanti uomini e donne che da anni impegnano energie, risorse materiali e professionali per tracciare sentieri di solidarietà, di sensibilità, di apertura verso l’altro, in una terra lontana ma anche in quella terra vicina che è proprio la nostra casa, il nostro quartiere, la nostra città. Questo testo coloratissimo e ricco di emozioni da gustare ad ogni pagina, per ora sarà pubblicato nella rubrica che il sito Emmausonline ospita. Ci auguriamo che possa essere una strada per sentire che la chiesa missionaria è davvero una casa da abitare insieme.

Sappiamo inoltre che, per fine maggio, è atteso un importante appuntamento a Macerata: possiamo anticipare qualcosa?
Certamente. Venerdì 27 maggio a Macerata, nelle piazze del centro, è in programma un grande evento all’insegna della Missione. Si tratta di un’iniziativa realizzata in collaborazione con tutte le associazioni missionarie e in sintonia con la Città, che in quegli stessi giorni vivrà un’esperienza di festa e di animazione. La manifestazione, inoltre, nasce anche per ricordare i 50 anni di presenza missionaria in Argentina e i 25 anni della fondazione del Seminario missionario diocesano «Redemptoris Mater». Il tema sarà «Missio Giovani in strada – Abitare la strada… per abitare la vita», consapevoli che essere missionari, prima di tutto, ha a che fare con la capacità di restare accanto alle situazioni che la vita ci propone, proprio nella nostra realtà. Abitare la strada significa allora saper camminare per le vie, senza paura, con coraggio, col desiderio di incontrare ogni volto che diverso o altro può comunque illuminare sentieri in ombra della nostra esistenza. I momenti più significativi saranno, in primis, l’incontro-riflessione con Alex Zappalà, responsabile nazionale di Missio e l’équipe nazionale, che si terrà nel pomeriggio al Centro di Ascolto di Rampa, e il concerto «La strada si fa sentire», realizzato da diversi gruppi musicali e artistici giovanili della città, in programma la sera in piazza della Libertà, con la presenza di ospiti davvero significativi. Sarà previsto anche uno spazio per conoscere le varie associazioni e i gruppi missionari diocesani attraverso degli stand informativi e le «Tende missionarie» sui temi dell’indifferenza, della diffidenza e del coraggio allestiti all’aperto. Si tratterà di un momento davvero “social”, perchè social per noi è la possibilità di viverlo dal vivo, insieme ed in tanti.

abitare la stradaOK

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