«Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore / non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore / un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia»: come Francesco De Gregori, sono innumerevoli i musicisti e i poeti, gli scrittori e i cineasti che con la metafora dello sport hanno raccontato l’esperienza stessa della vita. Lo sport è così ricco, espressivo e così bello da essere un linguaggio che tocca il nostro cuore e la nostra esistenza.
Lo sport è capace ad esempio di comunicarci valori per educarci e plasmarci. Lo sport è in grado di insegnarci l’accoglienza delle “virtù”, quei frutti dell’allenamento che diventano parte di noi. Lo sport può spiegarci la nostra corporeità, farci comprendere come siamo spiriti incarnati e insieme corpi spirituali.
Accanto a queste, vi è un’espressione dello sport che appare oggi più attuale per la Chiesa. Ci aiutano a coglierla i Padri della Chiesa, per la loro sensibilità ai “segni dei tempi”. Giovanni Crisostomo nelle omelie sulla Lettera agli Ebrei prende più volte spunto dall’impatto e dalla capacità di coinvolgimento dello sport: «Molti di voi hanno spesso assistito ai giochi olimpici, non solo assistito alle lotte, ma incoraggiato e applaudito con ammirazione i lottatori».

Il coinvolgimento dello spettatore è colto e associato al valore dello sport. È il motivo per cui il calciatore Johan Cruijff, sia da allenatore che da dirigente nel Barcellona, ha sempre proposto un calcio spettacolare, bello, divertente, d’attacco per affascinare, coinvolgere e attirare nella bellezza di un gioco pensato e vissuto come una festa: «Se no, non è calcio!». In altre parole, l’essenza dello sport sono la bellezza e la gioia festosa che comunica.
In questa festa si rivela l’attualità ecclesiale dello sport. La Chiesa «in uscita» di papa Francesco che legge la realtà in chiave missionaria, sa che il proprio annuncio deve essere reso comprensibile dalla «ermeneutica della prassi» (Schillebeeckx) delle opere di misericordia, o da un altro supporto “ermeneutico”. Ecco che lo sport è disponibile per l’annuncio della Chiesa che percorre la «via della bellezza» (papa Francesco) e della gioia, come “figura” o “profezia” – parole care ai Padri della Chiesa – della bellezza e della gioia festosa dell’amore di Dio.

Massimiliano Scafi (VI anno), Pontificio Seminario Regionale «Pio XI»

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