Un tradizionale canto mariano e la recita corale di tre Ave Maria guidate dal vescovo monsignor Nazzareno Marconi hanno accolto, ieri domenica 4 settembre, proprio dinnanzi alla Porta Santa diocesana, la colorata carovana di fedeli che come ogni anno si sono recati a consegnare la propria offerta a Maria, Madre della Misericordia.

Il saluto di don Attilio Marinsalti, rettore della basilica della mater Misericordiae, ha ricordato ai presenti i motivi per cui la città è grata alla Madonna: da 569 anni il dono del grano ricorda come la città venne salvata dalla peste incombente dopo il voto dei maceratesi che si sono impegnati a costruire la basilica in un solo giorno. In occasione della solennità della Mater, oggi patrona dell’intera Diocesi, la tradizionale processione “delle canestrelle” colora Macerata grazie alle varie parrocchie che conducono la loro offerta, in denaro e grano, con costumi e i mezzi della tradizione contadina.

Il ricavato, ha ricordato don Attilio, quest’anno sarà destinato alle vittime del terremoto e servirà anche a continuare a sostenere dei seminaristi africani e indiani, che grazie al sostegno della basilica possono compiere i loro studi.

«Oggi, nella sua festa ringraziamo la madonna e la preghiamo di proteggerci» ha detto il Vescovo, che ha ricordato alla città come in quest’anno Santo Giubilare tutto il mondo rivolge a lei le sue preghiere e «noi l’abbiamo in casa, segno di orgoglio per Macerata». «Il grano e i bambini – ha detto – sono i più grandi doni. Così come non bisogna inquinare il grano, così non bisogna inquinare i piccoli, per non rendere velenosa la società».

Dopo i saluti al sindaco di Macerata Romano Carancini e al questore Giancarlo Pallini, monsignor Nazzareno ha voluto ringraziare i Vigili del Fuoco maceratesi, suscitando subito l’applauso dei fedeli.

«Le comunità civili, religiose e laiche – ha detto il sindaco – sono oggi più che mai chiamate a collaborare. Lo stare insieme qui possa essere la forza che scaccia la paura. La città di Macerata sente nelle viscere questa festa e pi siamo colorati e più la paura verrà sbattuta fuori dai nostri giorni».

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