Il primo giorno di scuola non sente il peso dei tempi. Non conosce svalutazioni ed è indifferente ai progressi della tecnologia, al massimo differiscono i colori dei grembiuli e degli zaini. Il primo giorno di scuola l’emozione “apre” una porta e lì, all’ingresso d’ogni vita futura, si incontrano loro, gli insegnanti.

Persino Dante ha avuto bisogno del “suo” Virgilio, potranno mai le nuove generazioni farne a meno? Tuttavia, è ancora necessario dedicare a maestri, maestre, professori e professoresse, una “Giornata”, perché le disparità (di queste sì, si farebbe volentieri a meno nel mondo che si definisce “moderno”) non sono ancora scomparse.

A pensarci è stata l’Unesco che dal 5 ottobre 1994 ne ha fatto meritoriamente una ricorrenza a livello globale, così da «valutare gli insegnanti e migliorare la loro condizione». Purtroppo però, a 22 anni di distanza, almeno in Italia, uno su due sente che la sua professione è «sottovalutata e non opportunamente apprezzata a livello sociale».

Eppure, difficilmente si potrà ammettere di non essere in qualche modo affezionato a uno o più di quei “Cari maestri” che ci hanno accompagnato lungo la nostra esistenza. Persino quelli più “cattivi” sono stati capaci di insegnare qualcosa: a non esser come loro e non mortificare la professione. Devo ammettere che il mio “commento” è decisamente di parte. Sono stato fortunato e non potrei non far altro che cadere nella banalità nell’elencare le tante qualità dei docenti succedutisi dalle “elementari” (ora Scuola primaria) alle “superiori”, fino all’Università.

L’interesse verso questa “Giornata” è da intendersi verso quei ragazzi e quelle ragazze ormai adulti che, col loro bagaglio di conoscenza e la volontà di avere un metodo personale da presentare sui banchi, lasciati i panni da studenti devono necessariamente abbandonare anche il ricordo dei loro insegnanti ed esserlo pienamente loro stessi. Non è semplice, eppure rimane uno dei mestieri più belli del mondo: on serve leggerlo nei social network, si percepisce dai loro occhi. Non è facile affrontare ogni giorno sapendo di aver sulle proprie spalle la responsabilità di un “pezzo” di strada di quel giovane allievo, dapprima sconosciuto e poi parte integrante dei propri pensieri. È arduo conciliare, inoltre, le volontà dei Governi che, in ogni latitudine, stravolgono, fosse anche con l’intento di migliorarlo, un equilibrio precario, come “precari” sono molti degli stipendi degli insegnanti.

L’unico augurio, in questa Giornata mondiale degli insegnanti, è che, con la vostra generosità prima ancora che col vostro talento, possiate continuare a costituire un esempio per gli altri. E a quell’ingresso sul futuro dei giovani, continuare a sorridere.

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