«Santità, la sua presenza a Milano e il suo insegnamento sono una benedizione. Permettono alla nostra città, che sta ancora raccogliendo i frutti di Expo 2015, di non dimenticare il grande compito che uomini e donne delle religioni hanno consegnato a quell’evento: ricordare all’umanità che senza cibo spirituale non c’è futuro per la vita». Lo ha affermato il card. Angelo Scola, arcivescovo di Milano, ricevendo oggi, giovedì 20 ottobre, nel palazzo vescovile di piazza Fontana il XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatso (nel giorno del conferimento della cittadinanza onoraria di Milano, ndr).

Il Dalai Lama ha salutato il cardinale Scola che lo attendeva nel cortile dell’episcopio e gli ha fatto dono del kata, la sciarpa bianca simbolo di buon auspicio. Quindi il cardinale e il Dalai Lama, insieme alle loro delegazioni, hanno avuto un colloquio nella sala d’onore della curia, al termine del quale l’arcivescovo di Milano ha regalato all’ospite una riproduzione della Madonnina del Duomo. Nel suo intervento, Scola ha aggiunto: «Ci troviamo qui questa mattina a scambiarci i nostri saluti e i nostri auguri di pace, e sappiamo che questa è una condizione di privilegio: ci sono luoghi nemmeno troppo lontano da noi che nello stesso momento soffrono e vivono il dramma della violenza e della guerra. A loro va innanzitutto il nostro pensiero e il nostro impegno: come religioni non possiamo non testimoniare la nostra voglia di pace, il nostro desiderio di incontro e di dialogo, il nostro impegno per il riconoscimento e il sostegno reciproco». E ancora: «A coloro che pensano di scrivere il futuro della storia con le armi della violenza, magari anche invocando in modo menzognero il nome di Dio, questo nostro incontro intende ricordare che la vera arma capace di darci futuro è la preghiera: così insieme portiamo il nostro contributo reale ed operoso per un futuro di pace, per un mondo di pace».

Scola più avanti ha affermato: «Prendersi cura della nostra casa comune, il mondo; prendersi cura e custodire il mistero che ogni persona umana è per tutte le altre, invogliare ad una vita sobria e capace di ricercare il mistero dell’amore e della compassione che ci abita: sono proprio tanti i passi che possiamo fare, e che a Milano abbiamo imparato a percorrere insieme in questi dieci anni di vita del Forum delle Religioni. La sua presenza in questi giorni, Santità, è sicuramente un incoraggiamento a procedere ancora più spediti in questo cammino di dialogo e di annuncio al mondo».

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