Chiese storiche custodi di un notevole patrimonio artistico e culturale. Luoghi di culto e di aggregazione cittadina definitivamente chiusi, mentre si riapre una “ferita” che già il terribile sisma del 24 agosto scorso aveva inferto. «Gli interventi fatti in passato, dopo altri terremoti, hanno limitato i crolli, ma non hanno impedito, per esempio, che alcune volte siano pericolanti, specialmente dopo queste ultime due scosse che sono state particolarmente forti».

Il vescovo Nazzareno Marconi è costantemente aggiornamento sulle condizioni di agibilità delle strutture parrocchiali e delle chiese presenti in tutto l’ambito diocesano (20 erano già state chiuse al termine dell’estate), con particolare attenzione ai Comuni più colpiti dalle nuove, violenti scosse che hanno generato seri danni anche su altri edifici religiosi.

La cattedrale di San Giuliano a Macerata: era già stata compromessa dal sisma del 24 agosto e rimane attualmente chiusa
La cattedrale di San Giuliano a Macerata: era già stata compromessa dal sisma del 24 agosto e rimane attualmente chiusa

Inevitabilmente e comprensibilmente preoccupato per il quadro generale che si prospetta sul versante logistico per il futuro, considerando anche l’entità economica delle lesioni riscontrate non solo nelle parrocchie ma anche in aree di prezioso riferimento per la vita pastorale della comunità diocesana (decisamente critica la situazione alle Domus Laetitiae e Monte Bove a Frontignano), monsignor Marconi ricorda che sono chiuse la cattedrale di Macerata e le chiese concattedrali a Treia e Tolentino.

Oltre al Duomo dedicato a San Giuliano, a Macerata è inaccessibile per danni la chiesa di Santa Maria delle Vergini, mentre in via precauzionale il vescovo ha chiesto ai preti «di mantenere chiuse le chiese, celebrando le Messe solo in quelle che già prima i tecnici avevano ritenuto sicure e che, a una prima ispezione di oggi, non hanno mostrato danni».

Ulteriormente compromessa la tenuta del Santuario Santissimo Crocifisso nella zona treiese. Non meno incoraggiante il prospetto nel Comune legato a San Nicola, dove quasi tutte le chiese sono chiuse, specialmente le quattro del centro storico, due delle quali avevano già ricevuto parere negativo alla riapertura dopo il recente terremoto. «Le grandi chiese monumentali – conclude don Nazzareno – sono tutte lesionate, come pure la casa del clero di Tolentino che dev’essere sgomberata e i preti anziani che vi sono ospitati verranno generosamente accolti dai parroci».

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